Cerca
Logo
Cerca
+

Luigi Di Maio, la reazione isterica se non va al governo: "Torniamo a votare"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Tra Luigi Di Maio e Palazzo Chigi c'è solo un piccolo problema: gli altri. Matteo Renzi e il Pd sarebbero gli scomodi alleati ideali: pochi e decisivi. Ma il no ribadito dal Nazareno ha innervosito non poco il candidato premier del Movimento 5 Stelle. Certo, c'è sempre la speranza che la moral suasion del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e il suo appello alla responsabilità, alla fine convinca i dem a mettersi al servizio dei pentastellati. Una carta, estrema, per sbloccare l'impasse secondo quanto riporta la Stampa sarebbe un "governo senza politici", tutto di personalità tecniche, in grado di raccogliere i favori del Pd e non solo. Ma qua si sta già parlando di uno scenario diverso, molto simile a quello del "governo del presidente" che Di Maio vorrebbe evitare. Leggi anche: "Vi spiego perché Di Maio è la nuova Dc", un Farina memorabile  Anche perché, ecco il secondo scenario, proprio come Matteo Salvini (e per certi versi lo stesso Renzi), l'alternativa si chiama ritorno al voto subito e non è da disprezzare. "Dobbiamo stare tranquilli. Gli italiani hanno premiato noi e punito loro. Se ci impediranno di andare al governo, sarà chiaro a tutti che sono degli irresponsabili", è la confidenza che Di Maio ha fatto ai suoi più stretti collaboratori, secondo quanto riporta Repubblica. "Non deve apparire un pressing, il Pd è morto - continua nel suo ragionamento -. Ci sono 250 elettori dem all'ora che passano con noi e sarà sempre di più così". "Se si tornasse al voto tra due mesi - è la conclusione - senza neanche bisogno di fare una nuova legge, sarebbe come un ballottaggio tra noi e la Lega. Un secondo turno alla Macron. E potremmo farcela, siamo gli unici che hanno mostrato apertura totale". Certo, resterebbe l'incognita del doppio mandato per qualcuno, finito in pochi mesi. Una bella grana per gli onesti, risolta con ragionamento sibillino: "Tanto è praticamente automatico che se la legislatura non parte davvero non vale come un secondo mandato. E avremmo il vantaggio di liberarci di quelli che abbiamo candidato senza che ne fossero degni. Saremmo più forti di prima".

Dai blog