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Luigi Di Maio, la telefonata di fuoco a Matteo Salvini che ha trascinato il centrodestra nel caos

Gino Coala
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Le avvisaglie della tempesta scoppiata questa mattina nel centrodestra erano tutte concentrate nella seconda telefonata infuocata che Luigi Di Maio ha fatto giovedì pomeriggio a Matteo Salvini. Eppure la giornata era cominciata con grandi sprazzi di ottimismo sia sul fronte grillino che leghista. Come riporta un retroscena del Corriere della sera, entrambi erano d'accordo sul portare avanti la trattativa, nel tentativo di "neutralizzare" il vero ostacolo della buona riuscita dell'accordo, cioè Silvio Berlusconi. Leggi anche: Feltri, lezione a Di Maio: "Quello che il napoletano ancora non ha capito" I paletti dei grillini però non aiutavano granché, Di Maio insisteva nel rifiutare la presenza del Cav al tavolo della trattativa, escludendo anche "ministri di Forza Italia". I leghisti erano riusciti a convincerlo perché concedesse qualche ministero chiave a uomini di area forzista, scelti da Salvini ma indicati da Berlusconi. E in più Di Maio avrebbe fatto un discorso di apertura, cosa che ha fatto in modo criptico: "Siamo disponibili anche a considerare non ostile un sostegno da Fi e Fdi" aveva detto il grillino. La situazione però sarebbe precipitata dopo che la delegazione pentastellata ha incontrato Elisabetta Casellati. La presidente del Senato, incaricata da Sergio Mattarella, ha riportato i grillini con i piedi per terra, imponendo la presenza del quarto incomodo al tavolo sul governo, puntando a un esecutivo che prevedesse una presenza di esponenti di Forza Italia. Uscito dall'incontro a palazzo Madama, Di Maio si è sfogato con i suoi: "Oltre certi limiti non possiamo andare - ha detto - Non è pensabile che si dica ai nostri attivisti, elettori, parlamentarei, che tre forza politiche contrattino i ministri". A quel punto ha chiamato di corsa Salvini: "Così non va, la Casellati ci ha detto il contrario di quello che hai detto tu. Evidentemente a Berlusconi non basta quello che abbiamo offerto. A questo punto, mettetevi d'accordo tra di voi e fateci sapere". I tentativi di trovare un accordo non solo sono tramontati con il passare delle ore, ma l'esplosione della rabbia antigrillina di Berlusconi ha smascherato il vero clima all'interno del centrodestra, non proprio dei più sereni.

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