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Luigi Di Maio, gli sms sulla squadra dei ministri: chi non vuole stare con i leghisti

Gino Coala
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Nonostante le bordate di Silvio Berlusconi al Movimento Cinque stelle, con le relative risposte dure di Matteo Salvini al Cav, la trattativa per un governo Lega-M5s va avanti, sulla base almeno della convinzione di Luigi Di Maio e Salvini che non c'è alternativa a un accordo che comprenda almeno quei due partiti per formare la maggioranza, con l'aggiunta magari di Fratelli d'Italia. Leggi anche: Salvini, il brutto sospetto su Berlusconi: "Se qualcuno vuole tradire..." Dai primi giorni dopo il voto, fino agli ultimi sms scambiati fino a ieri tra i due leader, l'ossatura della squadra di governo ha continuato a prendere forma. Resta ancora il nodo irrisolto della premiership, con Di Maio arroccato sull'idea che debba fare lui il presidente del Consiglio, ma anche con i leghisti che battono i pugni sul tavolo perché se la trattativa finora non è saltata davvero in fondo è solo merito loro. Per Palazzo Chigi la rosa comprenderebbe quindi Di Maio, Salvini e il leghista Giancarlo Giorgetti, come riporta la Stampa, molto apprezzato dal Quirinale, potenziale pontiere con i grillini. Sarà la scelta del premier a determinare le decisioni sui singoli ministi: se Di Maio farà il premier, Salvini sarà il vice con delega all'Interno e Giorgetti andrebbe all'Economia. Lo scenario resta ovviamente suscettibile di stravolgimenti, certo rimangono punti d'accordo raggiunti finora su leghisti come Giulia Bongiorno alla Giustizia, Armando Siri allo Sviluppo Economico o ai Trasporti, Claudio Borghi all'Agricoltura, Alberto Bagnai all'Istruzione. Sul fronte grillino, i punti più o meno fermi sono Alfonso Bonafede pronosticato anche lui per la Giustizia, Vincenzo Spadafora, consigliere politico di Di Maio, dato agli Esteri, e poi Stefano Buffagni, sempre più accreditato per un dicastero ancora da individuare. Del mitologico elenco di Di Maio spedito al Quirinale pochi giorni prima del voto restano le macerie. Unico sopravvissuto potrebbe essere Lorenzo Fioramonti, quotato per il ministero dello Sviluppo economico. Per quanto riguarda gli Esteri, dal Quirinale preferirebbero un grillino o un tecnico, più che un leghista, soprattutto dopo le posizioni filorusse prese da Salvini per lo scontro in Siria. Per quella casella, il M5s penserebbe al segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, scelta da Gentiloni ma stimata dai grillini. Per la Sanità si rischia di avere un ministro grillino, da scegliere tra il capogruppo alla Camera, Giulia Grillo, e l'oncologo Armando Bertolazzi. Le complicazioni comunque non mancano, visto che non mancano i malumori tra le personalità individuate più di un mese fa da Di Maio per il governo pentastellato. Non tutti sarebbero felici di aderire a un esecutivo con la Lega, a cominciare dall'economista Andrea Roventini, oltre al collega Pasquale Tridico, in odore di ministero al Lavoro.

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