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Vittorio Feltri avverte Matteo Salvini: non fare il cameriere di Di Maio, ricordati che vogliamo sparare ai criminali

Giulio Bucchi
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Leggo qua e là che Salvini si sta scaldando i muscoli per scendere in campo aperto. Vuole governare insieme al Movimento 5 Stelle. Glielo sconsiglio per due motivi. Primo: non riuscirà mai a mettersi d' accordo con quel ciula di Di Maio. Secondo. Quand' anche trovasse una intesa con lui, sarebbe costretto a fargli da cameriere, dato che i voti grillini sono assai più numerosi di quelli leghisti. Il Centrodestra senza Berlusconi, inviso a Giggino Laqualunque, vale poco e conterebbe meno dei pentastellati e sarebbe una componente minoritaria di una eventuale, e improbabile, maggioranza. Non capisco perché Matteo debba essere disponibile a recitare nel ruolo di subalterno. Non credo a questa ipotesi. Se si verificasse vorrebbe dire che il capo dei nordisti ha le fregole e pur di stare in Consiglio dei ministri si appresta a vendere il sedere a buon mercato. Mi rifiuto di pensare che Salvini sia pronto a farsi sbranare dal terroncello. Preferisco supporre - benché assurdo - che il Pd si associ ai Cinquestelle e dia vita a un esecutivo capace di offrire uno spettacolo tragicomico. Archiviamo l' argomento indigesto, e concentriamoci su un grave problema che affligge il Paese: la legittima difesa, un tabù per l' Italia. Da anni si cerca di disciplinare la materia e non si combina una mazza, poiché la sinistra in caso di contenzioso tra cittadini onesti e farabutti, fa il tifo per i secondi e li protegge. E così, se un mariuolo entra in casa tua invece di sparargli in bocca, come meriterebbe, sei costretto a offrirgli un caffè altrimenti vai dritto in galera. I progressisti sono persuasi che i criminali siano vittime della società, delinquono in quanto furono ammalati da piccoli e trascurati (da genitori poveri), abbandonati, sfruttati e umiliati da noi borghesi abbienti. Pertanto non vanno né affrontati con le armi né condannati bensì compresi e perdonati. Loro hanno il diritto di derubarti e di spaccarti la testa; se reagisci, non hai facoltà di proteggerti con una elegante pistola. Le leggi della Repubblica sono sempre state e sono ancora una tutela per i manigoldi mentre puniscono severamente coloro che osano premere il grilletto allo scopo di non farsi sopraffare. Ciò è ingiusto, sovverte la logica applicata all' esistenza. Eppure la politica se ne fotte allegramente e seguita a premiare chi commette delitti e a castigare chi li subisce. Il Parlamento non muove un dito onde ristabilire un minimo di equità, rinvia, si defila, preferisce non esporsi e lascia che le ingiustizie si perpetuino. Vero, non abbiamo un governo in grado di guidare i legislatori, ma per approvare un provvedimento sacrosanto non c' è bisogno di un premier, sarebbero sufficienti le Camere, le quali viceversa amministrano le poltrone e se ne infischiano del popolo bove che ispira un mite sentimento di pace e di vigore suicida. di Vittorio Feltri

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