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Paolo Gentiloni, l'idea di fondere Pd e Leu: il rilancio disperato del centrosinistra

Gino Coala
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Mentre nel Pd sono tutti concentrati a studiare un piano per far fuori Matteo Renzi, Paolo Gentiloni sembra l'unico ad essersi accorto che la nave dem sta per andarsi a schiantare con il prossimo voto. Dopo l'ultimatum di Sergio Mattarella, pronto a formare un governo "neutrale" che porti al più presto alle elezioni, l'ex premier ha capito che per il suo partito dalle urne può uscirne solo un massacro. E l'unica via possibile per Gentiloni oggi è quella di recuperare i frammenti del Pd che si sono dispersi nell'era renziana, a cominciare dai transfughi di LeU. Leggi anche: Occhio al clone della Mogherini, l'ultima indiscrezione da Mattarella: chi è Elisabetta Belloni Gentiloni ha lanciato l'idea dallo studio di Fabio Fazio, anche se in pochi se ne sono accorti. L'ex premier sa di poter contare su un consenso popolare ancora alto, a differenza di buona parte dei dirigenti dem: "Bisogna costruire una coalizione ampia di centrosinistra - ha detto su Raiuno - dai moderati alla sinistra più combattiva, che possa in qualche tempo ridiventare competitiva. È possibile". Le prospettive non sono proprio le migliori, se si considera che la sinistra "combattiva" sia quella ex vendoliana da Fratoianni a Boldrini, passando per Bersani e D'Alema. Gente che all'ultima tornata elettorale non ha superato neanche lo sbarramento minimo del proporzionale. Gentiloni però sa bene che l'alternativa per il Pd è la morte politica certa, a questo punto è disposto a riprendere con sé chiunque.

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