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Silvio Berlusconi, la rabbia ad Arcore: l'ultima durissima accusa a Sergio Mattarella

Davide Locano
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Le notizie che arrivano dal Quirinale non sono rassicuranti per Silvio Berlusconi. Non c'era epilogo della crisi istituzionale che potesse essere peggiore, secondo il leader di Forza Italia. Per carità, nulla di personale verso Giuseppe Conte. Ma il candidato premier che Lega e Cinquestelle hanno proposto al Colle è un «tecnico alla Mario Monti con meno esperienza internazionale». Leggi anche: "Li faremo durare fino a...": Carfagna, avvertimento tombale a Lega e M5s E, ricorda il Cavaliere, «abbiamo visto quanti danni hanno combinato i professori al potere». La cosa peggiore, però, è il contratto di governo. Un distillato di giustizialismo. Un incubo per Berlusconi. E, quel che è peggio, è che questo bibitone manettaro porta anche la firma di Matteo Salvini. Il Cav è molto arrabbiato con il leader del Carroccio. Anche se il «capitano» ha provato a calmare l'alleato spiegandogli che le 39 pagine del patto gialloverde sono una lettera di intenti («poi all'atto pratico sarà diverso»), Silvio non si fida. L'uomo di Arcore ha avuto un brivido scoprendo che Luigi Di Maio starebbe riservando per sé un mega ministero che unisca Sviluppo economico, Lavoro e, ahilui, la delega alle Comunicazioni. Per non parlare della Giustizia, dicastero per cui è in pole il grillino Alfonso Bonafede.  Ma Berlusconi punta il dito anche contro Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha gestito in maniera discutibile lo stallo istituzionale. Avrebbe dovuto prendere atto della forza numerica del centrodestra unito e affidare alla coalizione l'incarico di governo: «Gli avevo assicurato che i numeri in Parlamento sarebbero venuti fuori e non si è fidato», si sfoga ancora oggi l'ex premier. In realtà Silvio spera ancora che il Capo di Stato dica no a Salvini e Di Maio. Altrimenti, fa spallucce, l'alternativa sarà un governo dei populisti.  Ieri Berlusconi non ha preso posizioni ufficiali. Anche a suo nome, da Bruxelles, ha parlato il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, Manfred Weber, uomo vicino ad Antonio Tajani e al leader di Forza Italia. Weber ha chiesto a Lega e M5s di mettere fine al dibattito su euro e regole dell'eurozona: «Questo è un gioco con il fuoco, perché l'Italia è pesantemente indebitata. Le iniziative irrazionali e populistiche potrebbero causare una nuova crisi dell'euro, per questo si può solo fare un appello e dire: restate nell'ambito della ragione». Pensi alla Germania, gli ha risposto Salvini, «al bene degli italiani ci pensiamo noi». Il clima nel centrodestra è questo qui. Oggi è convocato il direttivo del gruppo di Forza Italia a Montecitorio. Sarà discusso il voto contrario al governo gialloverde. «Lega e M5S, da sempre contro i tecnici al governo e contro i cosiddetti “premier non eletti dal popolo”, hanno indicato per Palazzo Chigi Giuseppe Conte. Persona rispettabilissima», dichiara la capogruppo Mariastella Gelmini, «ma che di politico ha davvero ben poco. Gli elettori gialloverdi o gli italiani conoscono Conte? L'hanno mai votato?». È strano, insiste Mara Carfagna, «che forze politiche che hanno sempre criticato premier tecnici, terzi, non legittimati dal voto popolare, si siano trovati a fare la sintesi su un profilo che invece ha tutte e tre queste peculiarità. Noi», ribadisce la vice presidente della Camera, «staremo all'opposizione». Il professor Conte, attacca Anna Maria Bernini, sarà «l'esecutore» di un programma «scritto da altri». Avevano promesso «mai più tecnici non legittimati dal voto», ricorda Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi azzurri, invece Lega e Cinquestelle stanno andando proprio in questa direzione: «Forza Italia non appoggerà questo governo ed è in attesa di conoscere qual è la differenza tra il professor Monti e il professore Conte». di Salvatore Dama

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