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Giulio Tremonti, il sospetto dal Quirinale sul "complotto finanziario": cosa c'entra l'ex ministro

Gino Coala
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Che il governo Lega-M5s partisse con scarsa popolarità nel cosiddetto establishment era più che prevedibile, ma che tra i suoi più segreti detrattori ci fosse pure Giulio Tremonti, potrebbe sorprendere. Dagli avversari politici fino agli industriali, in pochissimi avrebbero scommesso che prima o poi Lega e M5s riuscisse a trovare l'accordo su un nome per palazzo Chigi. Quando però il giurista Giuseppe Conte è entrato nella stanza di Sergio Mattarella, tra i (un tempo) poteri forti italiani è scoppiato il panico, "temono che il sistema crolli - ha scritto Augusto Minzolini sul Giornale - il ritorno alla società agro-pastorale". Leggi anche: Tremonti, il retroscena: come hanno bruciato l'ipotesi di proporlo premier, l'ombra di Berlusconi La paura ha cominciato a serpeggiare anche tra le cancellerie europee, arrivando fino a Washington, oltre che tra gli ambienti finanziari più vicini ai mercati. Il sospetto che circolare al Quirinale è che, aggiunge Minzolini: "a muovere tutto quel mondo sia stato l'ex ministro dell'Economia, Tremonti, che ha lanciato allarmi sui rischi: così ieri lo spread prima ha superato la soglia psicologica dei 200 punti, poi si è fermato a 190". A preoccupare è soprattutto la figura di Paolo Savona e le sue teorie, non proprio in linea con le idee del ministro berlusconiano messo un po' disparte dagli amici leghisti.

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