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Tito Boeri, l'ultimo insulto a Matteo Salvini: "Io faccio politica? Una sciocchezza colossale"

Gino Coala
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Il presidente dell'Inps Tito Boeri non arretra di un millimetro dopo settimane di bordate partite da Matteo Salvini che non vede l'ora di liberare la poltrona dell'istituto di previdenza. Boeri però di abdicare non ha nessuna intenzione: "Dimissioni? - ha detto a Repubblica - Perché mai? Il mio incarico scade nel febbraio 2019. Fino ad allora io non mi muovo da qui. Ho un mandato, e lo porto a termine...". Leggi anche: Boeri, Salvini ha già il nome del successore: all'Inps piazza un fedelissimo Boeri aveva promesso di non rilasciare interviste, lo stesso Corriere della sera ne aveva registrato la volontà di restare un po' in silenzio alla vigilia dell'audizione alla Camera. Chissà come l'avranno presa in via Solferino quando hanno visto un'intera paginata sul giornalone concorrente tutta sulla chiacchierata del manager che ricasca nel vizietto di fare politica. Il punto è proprio quello. Boeri si lancia dritto contro la linea del governo insistendo sulla necessità di aumentare i flussi migratori, passandola come una posizione di natura demografica: "Servono a pagare le pensioni degli italiani". Poi però non disdegna di entrare nel merito delle questioni che riguardano più un ministro che un manager di Stato, vedi alla voce legge Fornero: "Quota 100? Costa fino a 20 miliardi l'anno, a seconda del requisito anagrafico. Dove li trovano? In pensione a dopo 41 anni di contributi? Significa 750 mila pensionati in più. Ma lo sanno che ogni abbassamento dell'età pensionabile riduce l'occupazione, perché il lavoro costa di più? Chi pagherà le pensioni ai giovani?". All'accusa di fare più il politico che il tecnico, Boeri non le manda a dire: "È una colossale sciocchezza. Chi mi conosce lo sa: ho sempre detto quello che penso, senza mai preoccuparmi di chi fosse a palazzo Chigi...". Il tempo però stringe, la poltrona a furia di scricchiolare potrebbe crollare anche prima del previsto.

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