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Pdl, gli alfaniani disertano l'ufficio di presidenza

Alfano e Formigoni

Pdl, i governisti: "L'ufficio di presidenza non ci rappresenta". Circola un documento pro-Angelino e pro-Letta

Michele Chicco
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"Rinviare il vertice" per non restare impigliati nelle lotte interne. La strategia delle colombe è questa e la conferma arriva direttamente dai cinque che avrebbero dovuto partecipare all'incontro di oggi: l'Ufficio di presidenza del Popolo delle Libertà, previsto per le 17, secondo gli alfaniani non sarebbe rappresentativo degli equilibri azzurri e quindi è meglio non presentarsi e rinviare. La conta ci sarà, ma non adesso: gli uomini di Angelino Alfano nel pomeriggio non ci saranno perché sarebbero stati in netta minoranza (sono appena 5 su 24) e il rischio di perdere lo scontro era altissimo. Anche il segretario Angelino ha declinato l'invito e secondo Roberto Formigoni, una delle colombe convocate, l'accelerata dei falchi sul vertice è "la rivincita dopo il voto al Senato del 2 ottobre quando votammo a favore del governo per sostenerlo fino al 2015 su input proprio dell'ex capo del governo". Le colombe, per tutelarsi, hanno scritto un documento nel quale sostengono il segretario di partito: la scelta sembra presa, l'addio a Berlusconi è (quasi) scritto. Colombe compatte - I primi a rompere gli indugi sono stati Formigoni e Carlo Giovanardi: "Non andremo" hanno detto, poi tutti gli altri alfaniani si sono allineati. Loro, i governisti, avrebbero anche preparato un documento politico da presentare prima dell'inizio del vertice azzurro: vogliono rimarcare la fedeltà al governo e chiedono che il partito si adegui alle necessità dell'esecutivo. Ci vuole stabilità. Se la linea degli azzurri dovesse essere invece un'altra ecco che sarebbe pronta la scissione. "Sono contrario all'esclusione degli attuali ministri in carica e dei capigruppo della scorsa legislatura - ha spiegato Formigoni - perché così si restringe il dibattito in un momento così delicato". Bisogna invece allargare e includere ed è per questo che Maurizio Sacconi, altro big governista, vuole che il confronto sia aperto anche a "militanti ed elettori". Afano/Berlusconi - Le colombe hanno deciso, ma tutto è ancora in ballo almeno fino all'incontro che dovrebbe nel primo pomeriggio - tra le 15 e le 17 - tra Alfano e Silvio Berlusconi. Il vice premier comunicherà le scelte dei suoi al presidente e si aspetta che il Cavaliere possa comprendere le ragioni degli uomini che sostengono il governo. Loro non vogliono tradire Silvio, Alfano spera che il leader del centrodestra possa capire le loro ragioni e soprattutto spera che l'intento sia ancora quello di tenere unito il Pdl. Non si sa come possa andare, ma le ipotesi sul tavolo due: Silvio potrebbe decidere di rinviare tutto in attesa di tempi migliori, ma se il presidente dovesse dimostrarsi convinto d'andare avanti Alfano potrebbe rompere. Spalle coperte - Gli alfaniani, però, considerano reale la possibilità di scontro con le altre componenti del partito, e così hanno deciso di fare scudo attorno al segretario. E' stato preparato e firmato da tutti i fedelissimi in Parlamento un documento politico. Ma non solo: le colombe hanno capito che per dimostrare la loro forza all'interno del partito non basta la pattuglia di onorevoli e senatori legati ad Alfano. Serve altro, c'è bisogno del territorio: per questo pare che al documento siano state allegate anche alcune firme di importanti esponenti dell'aristocrazia locale del Popolo della Libertà. I consiglieri regionali e comunali delle grandi città sono stati convocati per la firma: pare siano arrivate quelle attese, adesso gli alfaniani sperano che siano sufficienti a far spaventare Silvio e i lealisti. 

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