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Immigrazione, Fini: "La mia Bossi-Fini va cambiata subito"

Gianfranco Fini e Cecile Kyenge

Ignazio Stagno
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Ora ripudia pure la legge che porta il suo nome. Gianfranco Fini vuole cambiare le norme sull'immigrazione ma soprattutto la legge Bossi-Fini. In un'intervista a Radio Capital Gianfry è molto chiaro e fa sue alcune proproste del ministro Cécile Kyenge: "Sì la legge Bossi-Fini va cambiata ma serve anche una premessa. Il reato di immigrazione clandestina è stato introdotto nel 2009, la legge è del 2002, quindi per quell'aspetto ci si deve rivolgere all'onorevole Maroni". Così l'ex leader di Fli parla del tema dell'immigrazione e della legge che porta il suo nome. "Quella norma va rivista perché si basa sul principio che entri legalmente in Italia solo se hai un contratto di lavoro o un reddito e se perdi il posto hai sei mesi per trovarne un altro, sennò sei espulso. È chiaro che con la crisi economica sei mesi è un arco di tempo troppo breve. E poi si deve capire che sono donne e uomini che hanno diritto a chiedere l'asilo per ragioni umanitarie. Quindi dovrebbe essere l'Europa a decidere che chi viene dal Corno d'Africa o dalla Siria, per fare solo due esempi, ha diritto all'asilo nei 27 paesi dell'Unione. Ma l'Europa su questo è latitante". "D'accordo con la Kyenge" - Poi arriva la strana intesa con la Kyenge. Fini ha infatti aggiunto di essere "favorevole" all'istituzione di corridoi umanitari nel Mediterraneo "con la garanzia del diritto di asilo" e di essere d'accordo con il ministro Kyenge? "perché ormai tanti sono coscienti che sono persone che non vengono qui con la speranza di lavorare ma di sopravvivere". Insomma continuano le piroette di Gianfry. Dopo aver ripudiato il Cav adesso ripudia pure se stesso e la legge che porta il suo nome. di Ignazio Stagno

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