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Un piano Pd per liberarsi della Kyenge

Cécile Kyenge

Troppi flop al governo: Renzi vuole spegnere le polemiche sul ministro e così spunta un'idea per allontanarla: candidata alle europee di maggio

Ignazio Stagno
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Cécile Kashetu Kyenge lascerà con ogni probabilità la poltrona di ministro della Integrazione fra qualche mese, indipendentemente dalle vicende del governo guidato da Enrico Letta. Matteo Renzi ha infatti deciso di candidarla alle prossime elezioni Europee, sottraendola anche al clima rovente che ormai in Italia si è creato intorno alla sua persona. Dell'ipotesi si è già parlato al vertice del Pd, e ne è a conoscenza anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta. La proposta è quella di fare della Kyenge un candidato di bandiera della nuova Italia multietnica proponendola per il Parlamento di Strasburgo come capolista di una circoscrizione. Sono due le ipotesi prese in considerazione. La prima, accarezzata da Renzi come candidatura-sfida, vorrebbe l'attuale ministro dell'Integrazione alla guida di una delle due circoscrizioni del Nord Italia. Ipotesi difficile, perché da quelle parti il ministro non è certamente molto amato, e ha già dovuto per ragioni di sicurezza evitare incontri pubblici (come accadde a Brescia lo scorso autunno). Si sono avviati canali diplomatici per saggiare l'alto rischio di questa ipotesi sia con la Lega Nord di Matteo Salvini che con i Fratelli di Italia di Giorgia Meloni: le due forze politiche che più hanno scatenato il proprio elettorato nei confronti delle iniziative dell'attuale ministro. Sembra assai più percorribile anche per motivi di ordine pubblico la candidatura della Kyenge nella circoscrizione dell'Italia centrale (Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Lazio), dove per altro il Pd è storicamente primo partito, le possibilità di contestazione sono assai più ridotte e non si rischia di fare brutte figure una volta conteggiate le preferenze nelle urne. Questa ipotesi sacrificherà un po' il renziano che era stato immaginato alla guida della lista della circoscrizione: Matteo Richetti, oggi deputato, e per due anni anche presidente del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna. Sicuramente la candidatura alle Europee verrà presentata come una scelta convinta del Pd, voluta a dimostrare al resto d'Europa la nuova Italia che vuole costruire Renzi. Ma non bisogna nascondersi che dietro la medaglia che verrà presentata all'Europa con tutta la propaganda politica del caso, ci sono motivi di segno diametralmente opposto che fondano questa decisione. Non ultimo quello di spostare la Kyenge da un incarico che settimana dopo settimana sta diventando rischioso sia per lei che per il partito di appartenenza. Chi ha cuore la sua sicurezza, anche dopo le minacce recentemente ricevute (e non a caso sempre più amplificate), sussurra: «È un bene in questo momento portarla via dall'Italia». Non pochi suoi compagni di partito ritengono oramai apertamente la scelta della Kyenge al ministero dell'Integrazione proprio un clamoroso errore. Il più gentile dice: «Non ha fatto nulla, e quel nulla però è riuscito a farci travolgere da polemiche inutili». Qualche frizione con il partito di origine la Kyenge l'ha provocata anche nella gestione spicciola del ministero. In poco più di otto mesi il ministro per l'Integrazione ha silurato due stretti collaboratori, a cui ha addossato la responsabilità di alcuni insuccessi. Il primo è stato il capo della segreteria particolare, Paolo Carletti, e il secondo (ne ha dato notizia ieri proprio Libero), il portavoce, Cosimo Torlo. Carletti era un collaboratore che il Pd aveva inserito in quella segreteria, e l'allontanamento ha scavato qualche ferita di troppo. Per lui è stata trovata una sistemazione di emergenza all'Europarlamento, dove è andato a fare l'assistente parlamentare di Guido Milana. Ben sapendo il malumore che avrebbe provocato questa decisione, la Kyenge ci ha messo una pezza chiamando per la sostituzione alla sua segreteria particolare un altro funzionario di partito. Oggi l'incarico è infatti ricoperto da Paolo Negro, che è stato fino alle ultime primarie segretario provinciale del Pd a Modena. di Franco Bechis

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