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Fecondazione eterologa, la Regione Toscana dice sì. Le indicazioni degli esperti del ministro Lorenzin

Giulio Bucchi
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La Regione Toscana avrebbe approvato una delibera che consente ai centri pubblici, privati e convenzionati di fecondazione assistita di offrire la procedura eterologa, cioè con donazione di gameti. L'indiscrezione, pubblicata dall'agenzia Adnkronos, arriva proprio mentre il tavolo tecnico convocato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin sta mettendo a punto le linee guida sulla fecondazione eterologa. Tra le indicazioni fornite dagli esperti ci sono l'assoluto anonimato dei donatori, i rimborsi per i donatori stessi, la creazione di bio-banche per i gameti e il limite di nati per donatore fissato in 10 famiglie, comprensivo però di eventuali fratelli o sorelle. Il gruppo di lavoro, come specificato nel documento conclusivo, ha avuto esclusivamente un "ruolo informale e consuntivo" e ha lavorato ascoltando il parere espresso dagli esperti su "prestabiliti ordini del giorno", senza mai giungere a compiere "atti deliberativi o votazioni su nessuno dei temi trattati". I limiti per ciascun donatore - Per gli esperti è necessario l'assoluto anonimato dei donatori, "con unica possibile eccezione in caso di gravissime e straordinarie esigenze sanitarie dove sarà possibile conoscere l'identità genetica/biologica del donatore e sempre e comunque con esclusione dell'identità biografica, su documentata richiesta decisa da apposita commissione medica". Il limite al numero di nati per ciascun donatore/donatrice "deve basarsi su considerazioni epidemiologiche, che, già effettuate in altri paesi, limitano a circa 25 le nascite per una comunità di circa un milione di abitanti (nascite in un numero di famiglie non superiore a 10, consentendo la possibilità di un ulteriore concepimento dallo stesso donatore/donatrice per la stessa coppia ricevente) mantenendo, in tal modo, inalterato, il rischio di incontro involontario tra consanguinei". Ovviamente bisognerà incrociare i dati familiari per evitare "il rischio di utilizzare, per la donazione, gameti di un consanguineo del ricevente". Le forme di rimborso - Per le donazioni occorre prevedere "una forma di rimborso che dovrà essere rigidamente regolamentata, analogamente alle donazioni di sangue e midollo, per non vanificare la possibilità di disporre di gameti e ribadire il valore solidaristico dell'atto oblativo del dono". Occorre inoltre, secondo i tecnici, "definire l'immediata disponibilità di norme e l'apertura di uno specifico capitolo di spesa per la realizzazione delle bio-banche pubbliche all'interno di strutture del Sistema Sanitario Nazionale". Le Società Scientifiche "ribadiscono inoltre il fermo convincimento che non sussistano particolari impedimenti alla attivazione delle procedure di donazione di gameti in Italia". Infine, scrivono gli esperti, "il compito delle Istituzioni Sanitarie pubbliche è quello di garantire in tempi brevissimi e certi la possibilità per i cittadini di accedere alle procedure di PMA con donazione di gameti, senza discriminazioni di carattere economico e territoriale, nel rispetto della Sentenza della Corte Costituzionale".   

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