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Elettronica ma con tabacco, ecco la sigaretta (quasi) perfetta

Eliana Giusto
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La sigaretta del futuro nasce in Italia. Per la precisione a Milano e Bologna. A presentarla Philip Morris, la più grande multinazionale mondiale del tabacco con 100 miliardi di fatturato e 90 mila dipendenti. Un investimento che smentisce i tanti profeti di sventura pronti a scommettere sul declino del nostro Paese. Una convinzione che non ha contagiato i vertici della Philip Morris che hanno scelto Milano come città pilota insieme a Nagoya (Giappone) per sperimentare il prodotto e Bologna come sede della produzione (500 milioni di investimento e 600 posti di lavoro). Naturale la soddisfazione con cui Eugenio Sidoli, amministratore delegato di Philip Morris Italia ha presentato il prodotto costato più di dieci anni di lavoro e due miliardi di investimenti. Spiega le caratteristiche rivoluzionarie del prodotto che ha le sembianze di quella elettronica ma contenente cartucce di tabacco (heatstick). La bionda - Il prodotto, battezzato col nome di iQos, è un sistema che riscalda il tabacco senza combustione, generando un aerosol che dà una sensazione simile a quella del fumo convenzionale ma senza cenere e con meno odore. L'assenza del fuoco rende il prodotto meno pericoloso per la salute. Tuttavia Sidoli ci tiene a precisare che iQos non può essere definito allo stato delle conoscenze «un prodotto a rischio ridotto» nè, tantomeno «un prodotto a rischio zero». Così è stata coniata una classificazione nuova di zecca: «Prodotto a rischio potenzialmente ridotto». Tuttavia, precisa Sidoli, iQos «segna l'inizio di una nuova era per la nostra industria, un potenziale cambio di paradigma». Dal tabaccaio - La nuova sigaretta (che porterà il marchio Marlboro) al momento è tassata al 58% così come le tradizionali bionde. Resta in attesa del decreto che definirà il nuovo regime fiscale per le elettriche e simili (dovrebbe essere intorno al 30%). Il prodotto è acquistabile in tabaccheria come le altre sigarette. Il test a Milano servirà a mettere a punto il prodotto. A regime ne saranno realizzati 30 miliardi pari al 5% del mercato mondiale. di Nino Sunseri

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