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Stati Uniti, guariti tre casi di peste: il batterio trovato nelle pulci dei cani

Giovanni Ruggiero
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Negli Stati Uniti è stato scoperto un focolaio di peste, la terribile malattia che ha flagellato l'Europa nel corso del Medioevo guadagnandosi il nome di Morte Nera. La conferma del caso che sembra uscito da un libro di storia arriva dai dipartimenti della salute dei distretti di Navajo e di Coconino, dove sono state trovate le pulci infette su alcuni cani a Taylor, nello stato dell'Arizona. All'inizio dell'estate erano stati scoperti tre casi di peste su esseri umani nella contea di Santa Fe, nel Nuovo Messico. Il primo caso era stato riscontrato su un uomo odi 63 anni, poche settimane dopo sono state infettate due donne di 52 e 62 anni. I tre sono guariti dopo aver passato diversi giorni di ricovero in ospedale. Ma la paura in Arizona non è ancora passata, tanto da spingere le autorità a invitare la popolazione a prendere precauzioni per "ridurre il rischio di contrarre una malattia grave, trasmessa da pulci, roditori, conigli e i loro predatori". L'esistenza della peste negli Stati Uniti, scrive il Corriere della sera, è dovuta alla presenza dei cani nelle praterie e delle tantissime pulci che si insediano sugli animali. I primi sintomi sono spesso simili a quelli dell'influenza, spingendo la vittima a sottovalutare il problema. Ogni anno vengono segnalati dai 2 ai 10 casi, con il picco registrato nel 2006, quando furono infettate 17 persone. I casi più frequenti si concentrano nella parte occidentale degli Stati Uniti, dove il clima rende più favorevole il prolefare dei parassiti vettori della malattia.

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