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Pd, Alessandra Moretti sull'Huffington Post: "Basta sguardo adorante della femmina al capo dominante"

Ignazio Stagno
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Alessandra Moretti come Laura Boldrini. Ora anche l'eurodeputata democratica, fedelissima di Renzi, dopo essere stata bersaniana e cuperliana, sposa la lotta femminista di miss Montecitorio. Con le stesse ragioni e quella pedanteria tipica delle compagne che fanno del femminismo una ragione quasi di marketing politico dove sotto c'è poca sostanza. A dare ospitalità alla battaglia ideologica della Moretti è l'huffingtonpost di Lucia Annunziata. Con un post, dal titolo "Lo sguardo adorante della femmina sul capo dominante: l'ultimo degli stereotipi", la Moretti combatte le donne e (magari anche qualche collega del Pd) che sbavano dietro al capo magari sperando in una ricompensa professionale. La Moretti si è stufata e così rivendica la sua battaglia (che sa tanto di luogo comune). La battaglia della Moretti - "Questo percorso di presa di coscienza delle nostre capacità ci consente oggi di sorridere di fronte ai tentativi di rigettarci nel passato: chi è disposto ancora a dar valore al luogo comune della figurina adorante che resta un passo indietro al capo? Credo che come me non lo siano tutte quelle ragazze preparate e agguerrite che stanno studiando per diventare la classe dirigente di domani, le nostre figlie a cui va ripetuto mille volte che sono brave, ancor prima che belle", scrive la Moretti. E ancora: "È per loro che le donne che fanno politica si impegnano costantemente nel portare a casa risultati tangibili: questo ci interessa, non i ritratti, non i gossip, non i commenti che sminuiscono il nostro lavoro, e che pure fanno un disservizio alla società male informandola sulla realtà dei fatti che va in una sola direzione: quella per cui nella eterna battaglia per il potere tra sessi ciò che conterà sarà solo e soltanto il merito". Il passato che brucia - Infine una critica che ha però dei tratti autobiografici: "In Italia c'è un'attenzione particolare per la bellezza delle donne in politica. Quasi una deformazione morbosa, che a volte prende il sapore dello stalking mediatico. Un vizio, un tic che andrebbe analizzato con strumenti psicanalitici ancor prima che culturali. L'affrancamento dal leader è visto come un tradimento politico, quasi una separazione tra amanti se due persone appartengono a sessi diversi e come una riconquista di indipendenza e autonomia se si tratta di parigrado, e cioè di uomini". Forse la Moretti si riferisce al suo passaggio dall'ala bersaniana a quella renziana in pochi mesi. Beh quello non è sessismo, quello si chiama tradimento sia tra le donne che tra gli uomini...

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