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Flavio Insinna a L'Eredità: "La morte di Fabrizio Frizzi deve dare un senso alla mia chiamata. Se dal cielo...."

Giulio Bucchi
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La scelta di affidare a Flavio Insinna la conduzione de L'Eredità, a pochi mesi dalla morte di Fabrizio Frizzi, ha fatto discutere molto dentro e fuori la Rai. Il conduttore romano era uscito in malo modo da viale Mazzini dopo le polemiche per i suoi insulti fuorionda ai concorrenti di Affari tuoi, e il suo nuovo ruolo è anche per questo ancora più delicato. Il rischio, insomma, è di essere fuori luogo o sopra le righe in casa di uno dei conduttori più garbati della storia della tv italiana, amatissimo soprattutto per questo. Leggi anche: Svelato il cachet dell'Eredità, le cifre clamorose di Insinna Intervistato da Leggo, Insinna parte propri da Fabrizio per "ri-presentarsi" al pubblico di Raiuno, e le sue parole sembrano in bilico tra affetto e cattivo gusto: "Non avrei pensato oggi di essere qui, di prendere l'Eredità di Fabrizio. Voglio dare un senso profondo, come dice Vasco, a quello che un senso sembra non averlo. La sua scomparsa. Voglio farlo per lui". Poi il ricordo d'obbligo per il collega, con una punta di veleno politico: "Mi fa piacere dirlo in questo periodo complesso per il nostro paese: Fabrizio era un uomo accogliente, era una persona che accoglieva. Se lui dal cielo non scuoterà la testa, ma si farà una risatina, vorrà dire che l'Eredità sarà stata come lui avrebbe voluto e ci saremmo guadagnati questo onore, senza vergognarci di averla ricevuto. È una sfida personale, interiore, bella da affrontare".

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