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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Giulio Bucchi
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Caro Vittorio Feltri, dal limbo della tua sospensione dall'Albo dei giornalisti, che effetto fa leggere le intercettazioni alla base dell'ultimo cosiddetto scandalo di Arcore? «Primo effetto, mi prudono i polpastrelli: ho nostalgia della mia Olivetti su cui batterei volentieri degli articoli in merito alla faccenda». Per dire cosa? «Tante cose». Dimmene una, due o tre. «Nell'immediato non succederà nulla se si esclude il polverone che per alcuni giorni impedirà alla gente di vedere altro.  Poi dipenderà dagli sviluppi del processo.  Se di Berlusconi si occuperà il tribunale dei ministri, come pare giusto, tutto si annacquerà.  Il tempo smussa gli angoli, leviga.  Se invece menerà le danze la signora Boccassini, allora il cancan mediatico proseguirà ma sempre più stancamente.  Perché il popolo si eccita subito davanti alle porcellate, ma dopo un po' si annoia: scatta l'assuefazione.  Certo, la curiosità in questi casi è forte, ma parlare a lungo di bunga bunga e di dettagli, pur piccanti, è una barba». Qualcuno afferma senza esitazioni che il premier sia arrivato alla frutta. «L'ho pensato anche io per un attimo, ma ho presto cambiato idea.  Da oltre sedici anni si dice che il Cavaliere non dura, ma lui va avanti imperterrito.  E andrà avanti ancora perché nessuno è in grado di scalzarlo.  Nonostante i bombardamenti che ha subito, Silvio è in piedi, mentre i suoi avversari strisciano per le terre, privi di idee, di proposte alternative, non hanno nemmeno un Romano Prodi a disposizione su cui puntare.  Il centro sinistra è allo sbando, l'Idv attraversa una fase di depressione, Gianfranco Fini non si sa quale strategia abbia ed è in un angolo, Casini temporeggia.  E il centrodestra non esprime un leader che possa sostituire quello attuale con la speranza di tenere le posizioni.  I sondaggi dimostrano che, gnocca o non gnocca, Berlusconi è in testa.  Gli italiani che lo hanno votato continueranno a votarlo.  Non si fanno impressionare da quattro mignottine.  Inoltre sanno che sulle imprese sessuali del presidente del Consiglio si esagera e che si minimizza sui peccatucci di tutti gli altri, politici e non politici». Quindi si archivierà la storia e non ci saranno ripercussioni? «Mi domando chi abbia i titoli per imporre al Cavaliere di andarsene in assenza di una condanna (improbabile) passata in giudicato.  Il partito residuale dei cattolici ha al vertice un signore divorziato.  L'Idv non è messa meglio. Il Pd (...) (...) potrebbe essere un partito libertario, ma si è ridotto a gridare allo scandalo ogni volta che il premier si toglie i calzoni.  La sinistra estremista e i radicali, almeno in teoria, non dovrebbero essere bigotti, nel senso che se sono favorevoli ai matrimoni gay non possono essere ostili alle scopate ortodosse.  Chi può scagliare la prima pietra?  Forse la Bindi?  Questo per quanto riguarda il presente.  Se volgiamo lo sguardo all'indietro, al passato, troviamo pochi buoni esempi.  Craxi era uno che con le donne ci dava dentro.  Nella Dc dominava l'ipocrisia, non la virtù, ammesso che la virtù sia solo la castità.  Dato che il quadro è questo, non riesco ad immaginare che il Cavaliere rischi la lapidazione, anche perché mancano i sassi». Dai per scontato che Berlusconi non sia chiamato in aula a rispondere delle sue performance con le fanciulle.  Non sarei del parere… «Infatti non lo sono nemmeno io.  Però se contestano a Silvio il reato di concussione è ovvio che, eventualmente, lo avrebbe commesso in qualità di premier.  Di conseguenza sarà il tribunale dei ministri a occuparsi di tutto quanto.  Che è cosa ben diversa dal tribunale ordinario dove la Boccassini avrebbe facoltà di interrogare non solo l'imputato, ma anche le ragazze.  Ne verrebbe fuori una commedia all'italiana.  Con la Pm che chiede alle signorine i particolari della pretesa prostituzione.  Le posture in cui sono avvenuti gli amplessi, le varie modalità, le misure di Berlusconi, insomma una discussione sul glande degna della sceneggiatura dell'Ubalda tutta nuda tutta calda.  Escludo una simile evenienza.  Riderebbe il mondo intero.  E al termine degli interrogatori si capirebbe che non sono stati commessi reati.  Silvio assolto, garantito.  E la giustizia italiana alla berlina.  Si avrebbe altresì la prova che contro il presidente c'è stata una persecuzione motivata dall'esigenza di farlo secco.  Un boomerang pazzesco.  La giustizia a pezzi.  E lui, l'imputato, ne uscirebbe con un carico di simpatia maggiorato.  Perché i nostri connazionali – la maggioranza – tifano per gli scopatori, non per i sepolcri imbiancati.  Molti sono baciapile in pubblico, ma in privato sognano la vita berlusconiana, piena di gioie.  Ricordi il film degli anni Sessanta, Signore e Signori?  Ecco, non è cambiato nulla nel costume.  Tutti si divertono come possono, poi fingono di indignarsi se beccano un amico con l'amante, ma in cuor loro approvano.  Anzi, spesso invidiano.  Chi pensa di abbattere Berlusconi col ciarpame sbaglia di grosso». Non vorrai negare che il Cavaliere sia stato quantomeno imprudente…. «Hai ragione.  Non nego niente.  Il popolo al massimo, però, gli rimprovera l'ostentazione;  il peccato glielo perdona sempre per solidarietà.  Anche i preti non gli getteranno la croce addosso perché sotto i loro abiti talari ci sono degli uomini di carne, carne debolissima.  L'ho detto e l'ho ripetuto.  Silvio ha una sola colpa: quella di sottovalutare la realtà, di non prenderla neppure in considerazione.  Sicché non si nasconde, semmai esibisce perché non crede possa esserci qualcuno che approfitti della sua licenziosità per attaccarlo politicamente.  In fondo è un bonaccione che cerca di sopportare le fatiche quotidiane concedendosi dei piaceri poco innocenti, ma non esclusivi.  Se c'è un elemento di unità nazionale questo è proprio il sesso.  Lo praticano tutti, dalle Alpi alla Sicilia, ciascuno a proprio modo e secondo reddito, con una sola preoccupazione: non farlo sapere alla moglie.  E le mogli hanno quello di non farlo sapere ai mariti.  Come nel film Signore e Signori, appunto». Torniamo alla politica.  Che consiglio dai al Cavaliere per non cadere? «Fossi in lui spingerei per elezioni anticipate.  Non per altro: qui si tratta di voltare pagina, di chiudere la bocca ai moralisti un tanto al chilo e di coinvolgere direttamente i cittadini, il cui giudizio è l'unico che conta.  Si aprisse in febbraio la campagna elettorale, cadrebbe il silenzio – suppongo – sulle questioni di letto.  Alla sinistra non converrebbe impostare i comizi sulla gnocca, sarebbe sepolta da una risata collettiva.  Verrebbe sconfitta.  Perché quello della gnocca è un campo sul quale Silvio è imbattibile.  Sono sicuro che i dibattiti televisivi si svolgerebbero su temi più seri, i progressisti (e similari) sarebbero costretti a dire quali siano i loro programmi.  La battaglia rientrerebbe in ambiti politici, più idonei a misurare le capacità dei due poli.  Un sollievo per gli italiani che di gossip ne hanno piene le tasche». Rimane un dubbio:  dopo il casino di questi giorni, chi la spunterebbe? «Secondo me, alle urne rivincerà il Cavaliere e la sua compagnia del fil de fèr.  Che tutto sommato è più affidabile dell'attuale opposizione, totalmente paralizzata dalla mancanza di idee, di leader e perfino dalla scarsa attitudine a stringere alleanze che consentano di aggregare voti a sufficienza per sconfiggere il porcellone di Arcore, cui va tutta la mia simpatia anche se talvolta lo prenderei a calci nel sedere per la sua inadattabilità all'ipocrisia nazionale.  È un rimprovero affettuoso: faccia quello che vuole sopra e sotto le lenzuola, ma spenga la luce, che nessuno lo veda più quando si diverte, altrimenti la Bindi si irrita e la Boccassini – nonostante non sia una suora – lo trascina in tribunale per fargli raccontare in pubblico la rava e la fava, soprattutto la fava».

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