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L'editoriale

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di Massimo De' Manzoni

Andrea Tempestini
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di Massimo De' Manzoni - La domanda è: fino a quando Gianfranco Fini continuerà a prendere in giro gli italiani, permettendosi di maramaldeggiare sulle vicende di sesso che coinvolgono Berlusconi e di occultare l'ingombrante scheletro della truffa aggravata che occupa il suo armadio di presidente della Camera? Oppure, formulata in altri termini: quando si deciderà a mantenere la parola data e a dimettersi? Dal governo dell'isola di Santa Lucia sono arrivate nuove carte sulla cessione della casa di Montecarlo, lasciata in eredità dalla contessa Colleoni al partito di cui l'attuale compagno di Elisabetta Tulliani era il dittatore, e poi finita per una pipa di tabacco nelle disponibilità del “cognato” dell'ex presidente di An. I documenti saranno a breve girati dal ministero degli Esteri al gip del tribunale di Roma, il quale entro il 2 febbraio dovrà pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione per Fini, da oltre tre mesi indagato appunto per truffa aggravata nel beato silenzio dei cosiddetti organi di informazione italiani. Dicono che questi atti provino senza ombra di dubbio, certificandone ogni passaggio, come Giancarlo Tulliani, il “cognato” appunto, sia il proprietario delle due società offshore con sede nell'isola caraibica che nel 2008 hanno acquistato da An l'appartamento per 300 mila euro. Cifra che all'epoca, a Montecarlo, consentiva a malapena di acquistare un box per auto. Dal punto di vista giudiziario, la cosa sposta poco: la Procura di Roma sa già che Tulliani è l'effettivo titolare del quartierino di boulevard Princesse Charlotte, avendo acquisito il contratto d'affitto firmato dallo stesso Tulliani due volte: in qualità di affittuario e di proprietario. Ciò non ha impedito ai solerti Pm di chiedere l'archiviazione con il pretesto che la faccenda non era oggetto della loro indagine, che si interessava solo della congruità del prezzo di vendita. Come poi 300mila euro per un immobile che ne valeva minimo 1,5 milioni possano essere considerati “prezzo congruo” appartiene ai misteri gaudiosi ai quali la nostra magistratura ci ha purtroppo abituati da tempo. Il fatto è che, complici i pm e la stampa, Gianfranco Fini ha potuto finora fare orecchie da mercante con chi pretendeva che tenesse fede alla promessa fatta. Ricordate? Era il 26 settembre scorso. In un solenne videomessaggio alla nazione Gianfranco Fin Laden proclamò: “Se dovesse emergere con certezza  che Tulliani è il proprietario della casa di Montecarlo, non esiterei a lasciare la presidenza della Camera”. La certezza, come abbiamo visto, è emersa, ma il presidente della Camera ha esitato, eccome, a dimostrarsi uomo d'onore e a lasciare il comodo scranno. Del quale si è anzi abbondantemente servito per fare la guerra al governo e per lanciare e pubblicizzare il suo nuovo partito. Adesso  le nuove carte arrivate da quei mari dove lui ama tanto immergersi lo mettono nuovamente di fronte all'alternativa: sgomberare il posto che occupa da abusivo o dimostrarsi un pagliaccio? Noi, purtroppo, non abbiamo molti dubbi su quale sarà la sua scelta. Ma gli spettacoli ci sono sempre piaciuti e questo non vorremmo perdercelo per nulla al mondo. Forza presidente, ci faccia divertire.

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