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L'editoriale

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di Vittorio Feltri

Andrea Tempestini
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Gli aspetti del problema sono due: politico e tecnico-giudiziario. Sul piano politico non vi è dubbio che la votazione avvenuta ieri alla Camera sul cosiddetto “conflitto di attribuzione” (il premier per il caso Ruby deve essere processato dal tribunale normale o dal tribunale dei ministri?) ha decretato la vittoria di Silvio Berlusconi. Il quale ha dimostrato ancora una volta di godere di una maggioranza stabile che lo legittima a governare, nonostante la opposizione sostenga il contrario. In altre parole il centrodestra non ha un piede nella fossa ed è vicino al suo leader. Le polemiche a proposito dell'ondata migratoria che ha colpito l'Italia non hanno, ad onta delle previsioni, incrinato pericolosamente i rapporti tra la Lega e il Pdl. Segno che Bossi ha ancora in mano il pallino ed è in grado di imporre la sua linea alle camicie verdi, quietando anche gli spiriti bollenti dell'ala più intransigente verso le “invasioni barbariche”. Tutto questo ha la sua importanza e il Cavaliere almeno per ora non ha da temere imboscate. Si sentirà sollevato, benché su altri fronti sia chiamato a combattere dure battaglie per non soccombere. Adesso l'esecutivo non rischia di squagliarsi. E veniamo al secondo aspetto, quello tecnico-giudiziario. Il veto di Montecitorio al processo Ruby che inizia domani a Milano non ha prodotto la sospensione del procedimento, semplicemente delega alla Corte costituzionale il compito di decidere quale tribunale sia tenuto a emettere il giudizio. Queste cose sono complicate da spiegarsi e noiose da leggere, ma ci provo lo stesso nella speranza di non essere maledetto dal lettore. Allora. È improbabile che la Consulta entri nel merito della questione. Verosimilmente, dopo un sommario esame, manderà la pratica alla Cassazione che nella specifica materia è più titolata per dirimere contenziosi. Non sappiamo quanto tempo richiederà la discussione, forse qualche mese, forse meno. Conviene non azzardare predizioni sia sul tipo di sentenza sia sulla data di emissione. Non rimane che attendere. Ma non è detto che i giudici del tribunale di Milano facciano altrettanto. Potrebbero andare avanti con le udienze, salvo fermarsi un giorno prima del verdetto, qualora la Cassazione non si fosse ancora espressa sul “conflitto di attribuzione”. È mia personalissima opinione che le toghe ambrosiane non faranno una piega. Conoscendone il temperamento, procederanno dritte per la loro strada che non porta necessariamente a una immediata condanna o assoluzione, ma conduce comunque allo sputtanamento dell'imputato, risultato non secondario nell'ottica antiberlusconiana. Il ragionamento è tortuoso solo in apparenza. A rendere interessante - diciamo pure morbosamente interessante - il travagliato processo non è tanto la gravità del reato (concussione e prostituzione minorile) quanto la prurigine che suscita nel popolazzo il racconto dettagliato dei fatti. Figuriamoci ciò che accadrà in quell'aula del Palazzo di giustizia in cui sfileranno, e saranno interrogati, decine e decine di testimoni (ciascuno dei quali verrà sollecitato ad approfondire particolari, anche i più pecorecci) e addirittura quarantadue o quarantatré belle ragazze protagoniste (non tutte, ma parecchie) del mitizzato bunga bunga arcoriano. Sarà uno spasso per i centotrentacinque cronisti accreditati (numerosi gli inviati di giornali stranieri) che udiranno la ricostruzione delle mirabolanti avventure attribuite al Grande Seduttore. Le migliori penne avranno poi modo di dare la stura al loro talento descrittivo, e i lettori di fare scorpacciate di letteratura (si fa per dire) erotica. Mezzo mondo parteciperà così alla consumazione di uno scandalo memorabile, unico nel suo genere, sconfinante nella pochade e nelle barzellette di cui Berlusconi è cultore e inimitabile narratore. Quanto basta e avanza per stritolare la reputazione di ogni uomo, immaginarsi quella di un premier italiano da diciassette anni esposto al ludibrio, causa vicende private, politiche e giudiziarie ingigantite dall'azione concertata di media pregiudizialmente ostili. Più che un processo sarà uno spettacolo hard accessibile a chiunque acquisti un quotidiano o possegga un televisore. Oltre ai resoconti giornalieri, saranno a disposizione dei cittadini golosi di roba piccante vari talk show e similari, interviste alle escort su carta patinata e corredate di fotoservizi. Un cancan senza precedenti e tale da rendere ininfluente la sentenza. Conterà l'assordante contorno. Conteranno le ghignate, i commenti sguaiati, i motteggi da vecchio bordello. Questa sarà la punizione per il Cavaliere colpevole o innocente: l'oltraggio alla sua persona.

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