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L'ossessione di Bergoglio per il chiacchiericcio: intimidazioni da brividi per chi ha dubbi sul sedicente papa Francesco

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Ormai siamo vaccinati alle tecniche psico-manipolatorie di Sua Eccellenza, il vescovo usurpatore Bergoglio. Una volta capito il sistema, si decodifica tutto. Questa sua insistenza sul “chiacchiericcio”, che ci incuriosiva da lungo tempo, comincia a mettere davvero i brividi per il carattere intimidatorio e ossessivo con cui si ripropone.

Nota con grande puntualità il collega Francesco Boezi de Il Giornale che, pure, è sostenitore del presunto papa Francesco, in questo articolo QUI  intitolato "Qual è il nemico «numero uno» di Papa Francesco".

“Se Papa Francesco ha un avversario che vorrebbe scardinare, quello è di sicuro il "chiacchiericcio" che a suo dire alberga non solo all'interno della Curia romana, ma in generale anche in tutti gli altri ambienti ecclesiastici. Sono anni che Jorge Mario Bergoglio tuona contro atteggiamenti che ritiene debbano essere esclusi dalla vita e dagli usi della Chiesa cattolica. L'ultima occasione per ribadire tutta l'avversione provata da Francesco nei confronti del "chiacchiericcio" è stata l'udienza al capitolo generale dei Chierici Regolari Teatini. Il pontefice, in quella circostanza, ha definito questo problema interno alla Chiesa come la "peste più grande"”.

Sentite, infatti, che dolci parole ha avuto Bergoglio per i Padri Teatini: “La peste più grande in una congregazione religiosa, in una comunità religiosa, quando i frati non si prendono cura l'uno dell'altro, anzi quando incomincia il chiacchiericcio”.

Fin dall’inizio del suo antipapato ha cominciato con questo refrain: 2 settembre 2013, QUI

“La lingua, le chiacchiere, il pettegolezzo sono armi che ogni giorno insidiano la comunità umana, seminando invidia, gelosia e bramosia del potere. Con esse si può arrivare a uccidere una persona. Perciò parlare di pace significa anche pensare a quanto male è possibile fare con la lingua”.

Ma negli ultimi due anni ha cominciato a calcare la mano.

6 settembre 2020 QUI“Le maldicenze chiudono il cuore alla comunità, chiudono l’unità della Chiesa. Il grande chiacchierone è il diavolo, che sempre va dicendo le cose brutte degli altri, perché lui è il bugiardo che cerca di disunire la Chiesa, di allontanare i fratelli e non fare comunità. Per favore - chiede il Papa - fratelli e sorelle, facciamo uno sforzo per non chiacchierare. Il chiacchiericcio è una pesta più brutta del Covid! Facciamo uno sforzo: niente chiacchiere». 

12 gennaio 2021. QUI  «Siamo “terroristi” quando buttiamo “le bombe” del pettegolezzo, della calunnia e dell’invidia. Non sparlare degli altri non è solo un atto morale, ma un gesto umano perché quando “sparliamo” sporchiamo l’immagine di Dio che c’è in ogni uomo». Ha scritto addirittura la prefazione a un libro che si chiama “Non sparlare degli altri” di un compiacente frate cappuccino.

1 marzo 2021 QUI  «Vi consiglio un digiuno che non vi darà fame, digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze»

3 novembre 2021 QUI  "Chiacchierare contro quello, spellare il prossimo... no questo non è il modo, è avere dolcezza nei confronti di fratello per correggerlo, con umiltà. In effetti, quando siamo tentati di giudicare male gli altri, come spesso avviene, dobbiamo anzitutto riflettere sulla nostra propria fragilità. Quanto facile è criticare gli altri, c'è gente che sembra di essere laureata in chiacchiericcio, tutti i giorni criticano gli altri, ma guarda te stesso".

La vicenda di Mons Aupetit, QUI poi, è paradossale: il vescovo francese, messo al centro di alcune dicerie per presunti contatti femminili, ha dato modo a Bergoglio di rincarare la dose.  "Il chiacchiericcio fa male", ma il paradosso è che Bergoglio ha accettato le dimissioni dall’ incarico di Mons. Aupetit proprio per le dicerie. Vedete la falsa chiesa dell’anti-logica? Scusate, ma se le dicerie hanno fatto male al vescovo, non doveva essere dovere di un papa proteggerlo? Ma infatti, Bergoglio non è il papa, e non è una diceria, è una dura realtà. Lo abbiamo dimostrato inoppugnabilmente in questa inchiesta che troverete QUI in fondo. 

Un colpo al cerchio, uno alla botte: nell’ultimo anno, di converso, il nostro vescovo vestito di bianco ha anche caldamente invitato a TACERE, richiamando in servizio anche i “big” della fede 

Insomma, San Giuseppe insegna il silenzio QUI, la Madonna sta in silenzio, Dio parla nel silenzio, S. Agostino chiede di fare silenzio: insomma, devono stare tutti “Zitti e buoni” come canta quel gruppetto, e ascoltare quello che dice lui.

Ora, vi chiederete, con tutti i mali che affliggono la Chiesa, perché questa fissazione sui pettegolezzi che “PRECLUDONO L'UNITA' DELLA CHIESA” come diceva il 6 settembre 2020? I pettegolezzi di solito sono ad personam, screditano un individuo, ma quale pettegolezzo è mai riuscito a precludere l'unità della Chiesa? 

Lo capirebbe anche un bambino: BERGOGLIO NON VUOLE CHE SI FACCIA DEL CHIACCHIERICCO SU DI LUI, sulla sua legittimità come pontefice. Guardate che abilità: nel contenitore di una pur giusta stigmatizzazione della calunnia, in un messaggio che risulta innocuo per la massa completamente acritica dei fedeli, la stessa che si beve la farsa della "visita a sorpresa" nel negozio di dischi" QUI , arriva da lui da un chiarissimo e intimidatorio messaggio ai preti: “Attenti a mettere in dubbio la mia legittimità come papa”.

E infatti, nell’ultimo intervento ai Teatini, lui lancia una ruvida sfida proprio ai religiosi: “Siate uomini consacrati, uomini di Vangelo, ma uomini. Se tu hai qualcosa contro l’altro, abbi i “pantaloni” di dirgli in faccia questo, dirgli in faccia le cose O TACERE”.

Davvero INQUIETANTE. Infatti si è visto che fine ha fatto chi ha osato dirglielo in faccia: Don Alessandro Minutella, il primo sacerdote e teologo che ha osato dire che Bergoglio non è il papa, è stato scomunicato assurdamente due volte (la scomunica è unica) SENZA IL REGOLARE PROCESSO CANONICO, per poi essere massacrato da media e “confratelli”. Ora gli è stata notificata la riduzione allo stato laicale, ma, ovviamente, tali provvedimenti, in quanto promulgati da un antipapa, sono acqua fresca, e, anzi, medaglie sul petto di tutti i religiosi che si sacrificano per dire la verità.

Ancora una volta, siamo al perfetto opposto rispetto al vero papa regnante Benedetto XVI che, come riporta Boezi, così diceva nel 2010:  “Gesù accompagna i fedeli "verso il coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti".

Quindi, mentre da un lato il vero papa mette in guardia contro il pensiero unico, del mondo laico, esterno, il falso papa intimidisce le voci interne, “eversive” e sicuramente minoritarie (ancora per poco) che denunciano come egli non sia il papa.

 Tra l’altro, questo falso dogma dell’unità della Chiesa è esattamente uno dei migliori strumenti di potere di Bergoglio. Benedetto XVI, con l’autoesilio in sede impedita mira esattamente a uno scisma purificatorio QUI, come tanti ce ne sono stati nella storia della Chiesa: “Separare i credenti dai non credenti”, come dichiarò all’Herder Korrespondenz.

Bergoglio, all’opposto, vuole tenere insieme il diavolo e l’acqua santa, Con lo spauracchio dello scisma, governa solo lui. Zitti, buoni e obbedite nel silenzio.

Ma, come diceva quella beata, “Dio aveva altri progetti”.

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