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Punto di non ritorno: il vero papa dopo Benedetto XVI

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Anticamente ci furono periodi anche di tre anni in cui il mondo restò senza papa, perché i cardinali non riuscivano a mettersi d’accordo.

Questa è invece la prima volta nella storia in cui la sede è vacante, ma non è stata dichiarata. In sintesi, il papa è morto e la Chiesa non l‘ha recepito, ancora dopo un anno.

Tuttavia, il 20 novembre scorso, il Segretario di Stato (de facto) Pietro Parolin, nominato arcivescovo dal papa Benedetto XVI e cardinale dall’antipapa Francesco, ha risposto allo scrivente ringraziando per aver ricevuto il report con l’inchiesta Codice Ratzinger, QUI della quale “ha preso conoscenza”. QUI

Non è ancora arrivata una ricevuta formale alla petizione depositata l’8 novembre 2023 con le 11.500 firme di persone che chiedono ai veri cardinali pre 2013 la convocazione del conclave QUI, ma i promotori hanno indirizzato per via telematica ad ognuno dei 110 cardinali autentici la prima tranche di firme. Questa prima consegna ha, dal punto di vista giuridico, un valore di notifica-esposto. Le firme successive avranno piuttosto il carattere di un “sollecito morale” mediatico ai veri cardinali perché ridiano al mondo un vero Vicario di Cristo, detentore del munus petrino.

 

 

Fatto sta che, dal 20 novembre, la Santa Sede è ufficialmente informata della questione millenaria – e drammaticamente oggettiva - della sede impedita di Benedetto XVI. Tale acquisizione fa verosimilmente sfumare l’ipotesi di un conclave-inciucio (comprendente i falsi cardinali di nomina bergogliana) elettore di un nuovo antipapa: la Santa Sede dovrà per forza pronunciarsi sulla questione, e se provasse a negare l’evidenza canonica tentando di smentire la sede impedita scatenerebbe subito a livello mediatico una diatriba dalla quale uscirebbe, prima o poi, con le ossa rotte. Il seguente schema dimostra come la situazione sia terribilmente evidente. Per una regolare abdicazione, Benedetto avrebbe dovuto rinunciare al munus, mentre solo in sede impedita il papa trattiene il munus perdendo, invece, il ministerium. Basta questo per mettere fine della discussione. L’idea della sinonimia munus/ministerium è una truffa bella e buona, come abbiamo sviluppato QUI

 

 

Tuttavia, nell’estate 2023, anche altri prelati di spicco, oltre a Parolin, hanno ricevuto dallo scrivente, tramite Segreteria di Stato, una raccomandata con gli stessi riferimenti all’inchiesta, ma nessuno ha risposto.

A questo punto, va registrato che Parolin è stato l’unico prelato che, ricevuta l’inchiesta, abbia “dato segni di vita”, con Bergoglio vivente, pur senza esprimersi in merito alla questione: una mossa importante. Per quale motivo lo abbia fatto, e se autorizzato da Bergoglio, o meno, non lo sappiamo. Tuttavia, PER ADESSO, questa sua pubblica prima accoglienza della Magna Quaestio lo pone in pole position rispetto agli altri prelati per la candidatura a un eventuale prossimo vero papato.

Tuttavia, Parolin, non essendo un vero cardinale di nomina papale, non può intervenire direttamente a norma dell’art. 3 della Universi Dominici Gregis per tutelare i diritti della Sede Apostolica, ma certo, forte del suo ruolo fattuale-istituzionale, potrebbe farsi latore di questa istanza presso i veri cardinali pre 2013, dicendo loro: “Intervenite subito, dichiarate morto il vero papa e convocate il conclave”.

Così, dalla ricezione-pubblicazione della lettera di Parolin si è innescato un count down secondo il quale, il primo cardinale pre 2013 che si attiverà canonicamente per salvare la Chiesa, dichiarando che papa Benedetto era in sede impedita e che si deve convocare il conclave, o il primo vescovo che farà lo stesso pubblicamente, anche a costo di subire, sulle prime, qualche sanzione canonica dall’antipapa (illegittima, ma mediaticamente utile, vedasi caso Strickland), vedrà salire enormemente le proprie possibilità per essere eletto come prossimo vero Pontefice romano.

Insomma, vincerà il “prelato-eroe” che salverà la Chiesa DICENDO PER PRIMO LA VERITÀ.

In ogni caso, il prelato che ignora la questione si brucia. Il prelato che temporeggia, o che cerca di condurre su false piste (eresie di Bergoglio, irregolarità nel conclave 2013, vizio di consenso) si brucia.

C’è una questione fondamentale da chiarire: il congegno antiusurpazione di papa Benedetto, dal punto di vista canonico, ha reso Bergoglio immediatamente antipapa, già dal 13 marzo 2013. Tuttavia, l’ispirazione escatologico-purificatoria di Ratzinger presupponeva che tale situazione canonica, descritta nella sottile, ma iper-logica Declaratio, si sarebbe scoperta gradualmente nel tempo, non prima che la chiesa gnostico-massonico-modernista avesse avuto tutto l’agio per manifestarsi.

Quindi, i cardinali che parteciparono al conclave illegittimo 2013, accettando inconsapevolmente l’elezione di Bergoglio e la sede impedita di Ratzinger, possono essere considerati innocenti, (sebbene “sbadati”): di fatto hanno PROTETTO papa Benedetto, mantenendolo vero papa in sede impedita, sotto la foglia di fico dell’emeritato, e sono stati strumenti INCONSAPEVOLI del suo piano escatologico.

Ora, però: dal momento in cui la notifica della sede impedita è arrivata loro, con risposta ufficiale del Segretario di Stato, non possono più dirsi inconsapevoli e quindi ogni giorno che passa senza la loro attivazione è una tacca in meno sul grafico delle possibilità che hanno di essere eletti veri papi.  

Mentre così calano, giorno dopo giorno, le quotazioni dei prelati dell’establishment, salgono in proporzione, almeno dal punto di vista morale, quelle dei semplici sacerdoti che hanno preso pubblica posizione contro antipapa Francesco, spesso scontando pesantissime conseguenze, e che continuano a gridare la verità dai tetti.

Anche se non è facile che un semplice sacerdote possa essere eletto papa, non è affatto impossibile.

In sintesi: sommando i vari fattori, le carte migliori per essere eletto papa ce le avrà il prelato, non importa se cardinale o vescovo, se autentico o meno, che per primo griderà la verità al mondo accogliendo la richiesta della petizione firmata da 11.500 persone.

Considerando le caratteristiche morali, spirituali e di rango, gli usi tradizionali della Chiesa, la contingenza politico-mediatica futura, la necessaria esperienza e i personaggi oggi esistenti, si potrebbe stilare la seguente classifica teorica tra i più papabili.

1) Cardinale autentico pre 2013 (meglio se italiano) conservatore ed elettore (sotto gli 80 anni), già sanzionato da Bergoglio, che denuncia la sede impedita, la morte del papa, l’antipapato di Bergoglio, apre il conclave e vi partecipa.

2) Cardinale autentico pre 2013, conservatore, non elettore o non italiano, che denuncia sede impedita, antipapato di Bergoglio e dichiara la morte del papa.

3) Vescovo autentico sanzionato da Bergoglio (senza ombre di gatekeeping o militanza una cum) che denuncia la sede impedita di Benedetto, l’antipapato di Bergoglio e chiede ai veri cardinali di intervenire.

4) Vescovo o cardinale di nomina antipapale che denuncia la sede impedita, l’antipapato e chiede ai veri cardinali di intervenire.

5) Sacerdote super-sanzionato da Bergoglio che da tempo denuncia sede impedita e antipapato.

Verosimilmente bruciati: bergogliani di ferro, modernisti conclamati, gatekeeper tradizionalisti, osteggiatori della sede impedita, una cum impenitenti.

Una cosa è certa: bisogna eseguire gli ordini di papa Benedetto, il quale nella sua Declaratio aveva ricordato: “E DICHIARO che dovrà essere convocato il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice DA PARTE DI COSTORO AI QUALI COMPETE” (cioè i veri cardinali nominati da lui stesso o da Giovanni Paolo II). QUI

Questo, in ottica di fede, è assolutamente fondamentale perché solo in una legittima assise lo Spirito Santo eserciterebbe la Sua protezione negativa e Dio stesso concederebbe il munus al successore di San Pietro. In un legittimo conclave dovrà essere eletto, secondo le leggi e la tradizione della Chiesa, non solo un maschio battezzato celibe privo di sanzioni canoniche, in età da poter essere vescovo, ma dovrà essere anche uomo di solida dottrina e provata morale. Poi, fatte salve queste caratteristiche, i credenti dovranno affidarsi a Dio.

Ricordiamo la Universi Dominici Gregis di Ratzinger-Giovanni Paolo II: 

83. Con la stessa insistenza dei miei Predecessori, esorto vivamente i Cardinali elettori a non lasciarsi guidare, nell'eleggere il Pontefice, da simpatia o avversione, o influenzare dal favore o dai personali rapporti verso qualcuno, o spingere dall'intervento di persone autorevoli o di gruppi di pressione, o dalla suggestione dei mezzi di comunicazione sociale, da violenza, da timore o da ricerca di popolarità. Ma, avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa, dopo aver implorato il divino aiuto, diano il loro voto a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale.

 

 

 

 

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