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Quei medici amici delle donne

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Carlo Vecchio  Foto: Carlo Vecchio 
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Non sarò mai abbastanza grata al dottor Carlo Vecchio, che dopo una vita in prima linea per curare le donne colpite da tumore al seno, pochi giorni fa se n'è andato in un posto dove cercava di non fare arrivare le sue pazienti o, almeno, di rallentarne la tappa finale. Ha operato e salvato mia mamma, già afflitta da altre patologie e da una situazione sanitaria molto delicat.a. Mi ha dato fiducia dal primo momento in cui l'ho visto, seduto al tavolino del miglior caffè di Alessandria: io disperata (dottore ci aiuti!), lui calmo e paterno con quei suoi occhi azzurri intensi e uno stiloso impermeabile beige. Fu una zattera in mezzo all'oceano e noi ci siamo aggrappati. Ci ha portato per mano in uno dei momenti più bui che può vivere una donna e con lei la sua famiglia, ha solo detto: "si può fare", "la opero io sua mamma", "ce la faremo". Ed è stato così: ce l'ha fatta. <Sua mamma è "pulita" adesso>, è stato il responso dell'ultima visita, e noi abbiamo pianto di gioia. Quando è diventato primario all'ospedale SS Antonio e Biagio di Alessandria, dopo una vita a operare al San Martino di Genova, ero sollevata e contenta per lui, che lo meritava, e anche un po' per noi, che lo avremmo avuto più vicino per i vari controlli.  Ci sono state rassicurazioni, telefonate, perché lui era un medico, come quelli di una volta, telefonava a casa delle pazienti per sapere se andava tutto bene, non se ne fregava, neppure dopo mesi e ogni donna passata dalle sue cure si ricorderà sempre di questa sua gentilezza, che non è di tutti i luminari della medicina. La speranza che dava regalava pace a chi era in lotta contro il brutto male che lui, però, non è riuscito a sconfiggere per sé. Se n'è andato troppo presto, il dottor Vecchio e tante donne oggi si sentono un po' più sole. L'ultimo messaggio a metà settembre, a ottobre avrei voluto tornare da lui con mia mamma per il solito controllo. Invece a ottobre, il mese della prevenzione in rosa, quello dedicato alla cura del tumore al seno, ci ha lasciato lui. Che terribile scherzo del destino.

Non credo che ci sarà un altro dottor Vecchio, ma so che lui ha preparato i "suoi ragazzi" affinché possano portare avanti il suo lavoro egregiamente. Intanto, i dati del carcinoma mammario sono drammatici: ogni anno nel mondo più di 2 milioni di pazienti ne sono colpiti, 600mila i decessi. In Italia si ammalano 55mila donne al seno, oltre 11mila all'utero e oltre 5mila alle ovaie. Lilt, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, ogni anno in occasione della Campagna internazionale Nastro Rosa sensibilizza le donne sulla fondamentale importanza della prevenzione del cancro al seno e organizza visite senologiche gratuite in collaborazione con le Associazioni Provinciali e i coordinamenti regionali distribuiti su tutto il territorio nazionale (numero verde 800-998877) perché, spiega il presidente Francesco Schittulli, <la pandemia ha rallentato la nostra corsa per fermare il tumore al seno, con circa 800.000 screening al seno in meno tra il 2020 e il 2021, ma noi non ci fermiamo e il nostro traguardo rimane No Women with Cancer, l'auspicio che questa malattia si possa combattere e guarire>. Ci provano, in tal senso, i tanti scienziati e ricercatori al lavoro, come il gruppo del professor Valter Longo, dell'Ifom di Milano, che facendo analisi di laboratorio, per ora sugli animali, ha scoperto l'abbinamento della dieta mima digiuno (DMD) con l'immunoterapia è efficace contro i tumori al seno triplo negativo, per intenderci i più aggressivi perché non mancano tutti e tre i marcatori specifici che possono distinguere le cellule tumorali da quelle sane. Lo studio di Longo è stato pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Cell Reports. Poi domani c'è Rose Angel, progetto promosso in collaborazione con il Policlinico Umberto I di Roma che vuole offrire nei comuni della Regione Lazio, non solo uno sportello senologico itinerante che funzioni anche on line dedicato alla prevenzione precoce del carcinoma mammario, ma anche una voce amica e un sostegno professionale per il reintegro psico-sociale di tutte le donne con una diagnosi di tumore al seno. E poi iniziative in ogni città, campagne di sensibilizzazione (Frecciarosa sui treni), marce ed eventi come la Cardiorace, la corsa per la ricerca e la prevenzione organizzata da DreamCom con la Direzione Scientifica dell'Inrc e il supporto tecnico dell'Acsi Italia Atletica.

Tanto si sta facendo per aiutare le donne. E tanto fanno medici capaci e umanamente indimenticabili, come il dottor Carlo Vecchio, primario di senologia di Alessandria.   

 

      

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