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"Salvate il soldato Ryan", una delle più belle opere di Spielberg

Giorgio Carbone
Giorgio Carbone

Nato a Tortona (Al) il 19 dicembre 1941. Laureato in giurisprudenza a Pavia. Giornalista dal 1971. Per 45 anni coniugato all'attrice Ida Meda. Due figli. Critico cinematografico (titolare) per "La Notte" dal 1971 al 1995. Per "Libero" dal 2000 a oggi. Autore di tre dizionari: Dizionario dei film (dal 1978 al 1990); Tutti i film (dal 1991 al 1999); Dizionario della tv (1993).

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SALVATE IL SOLDATO RYAN
Rete 4 ore 23.40. Con Tom Hanks, Matt Damon e Tom Sizemore. Regia di Steven Spielberg. Produzione Usa 1998. Durata. 2 ore e 50 minuti

LA TRAMA
Storia probabilmente vera (forse il soldato non si chiamava Ryan, ma i luoghi le circostanze e soprattutto il sacrificio finale sono quelli). In Francia all'indomani dello sbarco in Normandia le truppe anglo americane avanzano, ma le perdite sono terribili. Lo stato maggiore USA si accorge che della famiglia Ryan già tre fratelli sono caduti. Per il conforto della famiglia, per il morale delle truppe urge salvare l'unico Ryan superstite. Perciò il capitano Miller (Tom Hanks) è incaricato di scovare il sopravissuto, tra le migliaia di militari che si battono nel Nord della Francia. Scovarlo, salvarlo e portarlo a casa. Il reparto di Miller compie la missione, ma l'ultimo dei Ryan si rifiuta di lasciare il fronte. La sua famiglia, urla, sono i suoi commilitoni che tutti i giorni rischiano la pelle accanto a lui.

PERCHÈ VEDERLO
Perché a 35 anni di distanza rimane una delle più belle opere di Spielberg (e delle più amate, anche in America). Eccezionali (non solo per l'epoca) sono le sequenze di combattimento iniziali quelle dello sbarco in Normandia, che Spielberg confessò di aver copiato da un vecchio guerresco del 1943 "Guadalcanal".

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