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Coronavirus negli Usa, quando smetteranno di dare la colpa al mostro-Trump, saremo al capolinea

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Tanti amici italiani mi scrivono chiedendomi lumi sulla situazione del Coronavirus in America. Ecco qualche notizia e una mia considerazione. 

I morti crescono anche qui, sono un centinaio, ma non stanno aumentando al ritmo allucinante italiano. I test di massa dovrebbero essere a disposizione entro questa settimana, e si avranno quindi numeri piu’ affidabili sui contagiati. La decisione di Trump di consigliare, non di obbligare, di non radunarsi mai in piu’ di dieci persone si e’ aggiunta alle disposizioni di municipalita’ e stati sulla chiusura di cinema, teatri, palestre, bar, ristoranti. Oggi ha annunciato la chiusura, per due settimane, il grande magazzino Macy’s. E’ un’altra icona di New York ad ammainare la bandiera, dopo il Metropolitan e tutti i musei, dopo Broadway e la Statua della Liberta’. In molte parti d’America sono chiuse le scuole, le universita’ e tutte le attivita’ sportive professionistiche e non. 

Come ce la caviamo nelle case, che ormai lasciamo solo per fare la spesa e per far fare quattro passi al cane? Stiamo trattenendo il fiato, sospesi tra la curiosita' stordita sul futuro e una apprensione crescente. I dati dall'Italia e dall'Europa sono sempre piu' seguiti qui, e temuti quali possibili benchmark perche’ fanno una paura boia. La mobilitazione della gente pero’ cresce, il settore privato e' fantastico, Trump e il suo team scientifico ce la mettono tutta. Il nuovo fronte aperto dalla Task Force della Casa Bianca e’ rivolto ai millennial. Sono la fascia di eta’ sotto i 30-35 anni che piu’ fanno resistenza contro gli appelli a non ritrovarsi insieme, e che sono invitati rinunciare a un po’ di socializzazione per contribuire al contenimento del contagio. Intanto la politica politicante di Washington recede, e il mio indice personale per la misura del panico nazionale e' vedere come evolve l'odio verso Trump, tra i Democratici e sui media. Mi sto preoccupando nelle ultime ore, perche' le espressioni esplicite di avversione stanno calando. Forse, addirittura, sta facendo capolino uno spirito bipartisan, che chiamerei della sopravvivenza. Per esempio, tra il governatore DEM dello Stato di New York, Andrew Cuomo e il presidente ci sono stati pubblici apprezzamenti. 

Quando anche il New York Times e la CNN smetteranno del tutto di sbattere il mostro Trump in prima pagina incolpandolo in sostanza del virus come hanno fatto fino a un paio di settimane fa, vorra' dire che saremo sul serio arrivati a un drammatico capolinea. Se i liberal non mettono piu' il voto anti Trump di novembre al primo posto nella loro ossessione esistenziale, ma piuttosto danno spazio alla loro, umanissima, paura del Covid 19, e' vero dramma.

Il lato positivo e’ che l’America sara’ unita e piu’ forte a fare la guerra al nemico invisibile.

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