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Occupazione abusiva di immobili: la tolleranza è follia

Iris Devigili Cattoni
Iris Devigili Cattoni

Ha una laurea in scienze storiche cui sono seguiti due master in Marketing, comunicazione e social media e in Marketing strategico. Da oltre dieci anni è consulente di marketing e comunicazione digitale ed è stata docente per i master post laurea alla Business School de Il Sole 24 Ore. Autrice del libro “Buyer Personas. Comprendi le scelte d'acquisto dei clienti con interviste e Modello Eureka!”, ha scritto diversi contributi per pubblicazioni di colleghi e amici. Si dedica alla scrittura e conduzione di trasmissioni televisive, modera dibattiti, presenta libri e coltiva la sua passione per l'uso della voce. Patita di sport, si divide tra running e padel.

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Quello dell’abusivismo e delle occupazioni di edifici è un problema di vecchia data che ha sempre destato sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica. Nonostante le continue segnalazioni e proteste, per anni la situazione è parsa rimanere sotto traccia o comunque non di tale rilievo da muovere la politica a prendere una posizione netta sulla tematica.

Di diverso avviso ha dimostrato essere il Governo Meloni; il premier, infatti, già in campagna elettorale aveva annunciato che, in caso di vittoria, avrebbe presentato una proposta di legge che prevedesse lo sgombero delle occupazioni abusive. Il primo passo finalmente c’è stato e lo scorso marzo Tommaso Foti - Fratelli d’Italia - ha depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge che prevede multe e la reclusione per gli occupanti e lo sgombero e la restituzione immediata dell’immobile agli aventi diritto; non da ultimo, l’esonero dal pagamento dell’IMU per i proprietari, finché l’immobile non rientra in loro possesso. Pazzesco pensare che un proprietario debba pagare la tassa sull’immobile senza poterne usufruire, eppure…

Di recente, la questione dell’abusivismo forse per la prima volta ha infiammato davvero le cronache, in conseguenza della sparizione di Kataleya, la bambina di 5 anni che viveva con la famiglia all’interno dell’hotel Astor di Firenze, illecitamente occupato nel settembre del 2022. Spesso le occupazioni abusive si collocano in contesti sociali degradati, in cui la criminalità la fa da padrona non solo per lo stile di vita delle persone che vivono quei luoghi, ma anche a causa del racket degli affitti.

Nell’hotel Astor alloggiavano famiglie che pagavano alte somme di denaro per rimanere nell’edificio, elemento che fa sollevare delle domande spontanee: perché vivere abusivamente, quindi in condizioni precarie, se si ha la disponibilità economica di pagare un affitto regolare? Si tratta di persone irregolari, senza documenti e quindi impossibilitate a siglare un contratto oppure di individui che preferiscono vivere in situazioni di irregolarità perché conducono una vita che si muove nell’illegalità? Queste persone non si staccano da quei contesti perché hanno timore di ritorsioni da parte di chi gestisce il racket degli affitti?

Qualsiasi sia la risposta, rimane il fatto che stiamo parlando di situazioni inaccettabili. Uno stato che si rispetti non può permettere nessuna di queste ipotesi, eppure ancora oggi ci sono amministrazioni che preferiscono soprassedere a tutto, consentendo addirittura di acquisire la residenza e di consentire l’allaccio delle utenze. Se da un puro punto di vista umano lo comprendo, ritengo comunque che la soluzione non possa essere questa. E non si tratta di considerare queste persone cittadini di serie B piuttosto, in nome di una pietas distorta, sono coloro che agiscono nell’alveo della legalità non violando la legge e non occupando immobili di proprietà altrui a rischiare di diventare cittadini di serie B. Se le amministrazioni locali sanano una situazione illecita e lasciano in difficoltà persone oneste che rispettano le procedure, lanciano un messaggio a mio avviso sbagliato e danno un’idea di Stato distorta.

I luoghi dell’abusivismo, inoltre, sono in molti casi piazze di spaccio e di violenza che diventano pericolose non solo per chi vi abita, ma anche per chi vive nei quartieri vicini. Non intervenire tempestivamente equivale, a mio avviso, a chiudere entrambi gli occhi, facendo finta di non vedere e di non sapere ciò che accade, cosa che lo Stato non si può permettere.Lasciare lo status quo, significa non tutelare i cittadini onesti che abitano quelle aree e che vivono quotidianamente nel disagio e nella paura; anche questo lo Stato non può permetterselo. Certo che se la legge italiana considera una persona che occupa un immobile abusivamente lì domiciliata e quindi intoccabile in virtù del principio di inviolabilità del domicilio, ci troviamo di fronte ad una stortura inconcepibile ai miei occhi.

Il concetto per cui io sono proprietario di un appartamento, il primo che passa ci entra e lo occupa, per il fatto che ci ha portato i vestiti e le pentole lo si considera lì domiciliato - quindi io non posso entrare nel mio appartamento dove vive una persona che non conosco e che non mi paga l’affitto - francamente mi pare una bestialità. Di storie così se ne sono sentite tante negli anni, ma nonostante lo sdegno dei cittadini, non mi risulta si siano fatte delle modifiche normative per evitare situazioni di questo tipo. Io davvero non capisco. Mi auguro che con questo Governo ci sia un radicale cambio di rotta su questi aspetti, perché è evidente che siamo di fronte ad una follia che va riportata nei binari del buon senso e della regolarità.

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