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Mateo Retegui? Troppi elogi: fa gol ma si muove poco

Luciano Moggi
Luciano Moggi

Luciano Moggi nasce a Monticiano il 10 luglio 1937. Dirigente di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus, vince sei scudetti (più uno revocato), tre Coppe Italia, cinque Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, una Coppa Intertoto e una Coppa Uefa. Dal 2006 collabora con Libero e dal 13 settembre 2015 è giornalista pubblicista.

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È appena terminata la 10 giorni dell’Italia per la qualificazione a Euro 2024: il primo esame non è stato molto confortante, ne come gioco ne come risultati. Abbiamo perso male (1-2) a Napoli con l’Inghilterra, poi abbiamo vinto 2-0 coi dilettanti di Malta, soffrendo e anche rischiando all’inizio. Ciò nonostante il traguardo sembra alla portata, ma lo pensavamo anche per il Mondiale in Qatar che, alla fine, abbiamo dovuto guardare in tv. Il nostro calcio purtroppo non ha risolto la crisi che l’attanaglia, siamo in mano a dei “capi” che sono più attaccati alla poltrona che alle sorti di questo sport, oppure, anche peggio, non conoscono la materia. Lo dimostra il fatto che siano andati a cercare rinforzi per la Nazionale in Argentina (Retegui) e in Premier (Gnonto, Emerson e Jorginho), ignorando i nostri giovani. E soprattutto sono stati tributati elogi sperticati a Retegui, quasi fosse Maradona, sostenuto come succede sempre - da certa stampa abituata ad elogiare chiunque faccia appena capolino nel nostro calcio.

Noi, pur riconoscendogli certe attitudini al gol, preferiamo invece avanzare delle riserve sulla sua poca mobilità e, di conseguenza, sulla sua scarsa partecipazione al gioco che potrebbe farlo diventare obiettivo dei difensori avversari. È comunque cosa certa che, in tempi passati, sia Retegui che molti altri sarebbero restati a casa loro: nel 2006, quando vincemmo il Mondiale, in Nazionale c’erano 5 giocatori della Juve, l’allenatore Lippi, il massaggiatore Esposito. Si parlava insomma la lingua italica tra gli azzurri, non come adesso che per fare un’intervista a Retegui si è dovuti ricorrere al traduttore. Purtroppo da quella data ormai lontana o, ancor meglio, da quando la Juve non ha più potuto fornire giocatori alla causa azzurra, nel nostro calcio è piombato il buio più profondo: negli ultimi due Mondiali non siamo riusciti neppure a qualificarci e nell’ultima occasione a chiuderci la porta - clamoroso a dirsi -, è stata la Macedonia che, nel 2006, era considerata solo una marca di sigarette.

Dalla Nazionale al campionato. Mentre il Napoli prosegue nella sua cavalcata solitaria verso il terzo scudetto, impazza la lotta per la qualificazione Champions tra Lazio, Inter, Milan e Roma. In questa 28esima giornata l’attenzione è rivolta verso Napoli-Milan, che sarà un’anteprima dei quarti di Champions. Un Napoli straripante, reduce dalla vittoria esterna sul Toro (4-0), sfida il Milan claudicante che ha collezionato un solo punto nelle ultime tre gare. Chiunque darebbe per favorita la squadra di Spalletti, ma nell’occasione non ci sarebbe da meravigliarsi se dovesse esserci un rallentamento della capolista: un pari è alla portata dei rossoneri. L’Inter, negativa nelle ultime prestazioni (in particolare nel ko interno subìto dalla Juve), avrà voglia di rifarsi incontrando a S.Siro la Fiorentina in grande spolvero. Prevediamo una dura battaglia, alla fine della quale l’Inter, magari di misura, potrebbe vincere. Ci sembra favorita la Lazio a casa del Monza, così come la Roma all’Olimpico con la Samp ultima della classe. La Juve, pur con il -15, sta risalendo faticosamente la china ed è favorita all’Allianz col Verona.

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