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Milan, che grave errore cacciare Maldini e Massara

Luciano Moggi
Luciano Moggi

Luciano Moggi nasce a Monticiano il 10 luglio 1937. Dirigente di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus, vince sei scudetti (più uno revocato), tre Coppe Italia, cinque Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea, una Coppa Intertoto e una Coppa Uefa. Dal 2006 collabora con Libero e dal 13 settembre 2015 è giornalista pubblicista.

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L’annata 2022-23 si chiude nel peggiore dei modi per l’immagine del nostro calcio: la sconfitta della nazionale contro la Spagna, che ci relega al terzo posto nella classifica della Uefa Nations League e la sconfitta della nostra Under 20 nella finale mondiale contro l’Uruguay. Nonostante ciò Gabriele Gravina, presidente Figc, rimane al suo posto. L’immobilismo è la sua forza e il non replicare alle critiche che gli vengono mosse è il suo fiore all’occhiello. Sotto la sua presidenza il nostro campionato, che un tempo era considerato il più bello al mondo, è scivolato al quinto posto, non lo frequentano più gli stranieri di prima categoria e se vengono lo fanno a fine carriera. È diventato insomma un torneo di passaggio, se qualcuno si valorizza è nel mirino della Premier.

Grandi movimenti invece nelle squadre di Club. Il Napoli, campione d’Italia, perde Kim destinazione Bayern Monaco. Viene prolungato e rinnovato il contratto ad Osimhen con la clausola che, se dovesse capitare una offerta irrinunciabile, giocatore e società sarebbero propensi a parlarne. Per cui anche il nigeriano potrebbe andare sul mercato. Sono questi i veri motivi che hanno indotto mister Spalletti ad optare per l’anno sabbatico e Giuntoli a volare verso Torino, destinazione Juve. Prioritaria per entrambi la certezza di non potersi ripetere ma, soprattutto, per evitare di scontrarsi con il presidente in caso di sconfitte, visto il carattere difficile di De Laurentiis soprattutto quando non riesce a prevalere. Diversa la situazione al Milan dove sono stati esonerati Maldini e Massara. Incomprensibile la ragione. Eppure Furlani da Londra e Moncada da Milano si ritengono all’altezza di poterli sostituire, e non sanno che la cosa più difficile non sarà fare la squadra, vendere e comprare, il difficile verrà quando uno dei due si presenterà alla squadra e dovrà essere credibile per disquisire in supporto al mister e per i programmi che si prefigge la società.

Nutriamo dei forti dubbi sul carisma di entrambi, ma forse pensano già ad Ibrahimovic nelle vesti di dirigente? O ad acquisire le prestazioni di Tare ora libero dai vincoli laziali? A noi sembra comunque che il gruppo Elliot voglia sopratutto vendere e fregarsene della continuità. D’altra parte solo questo può essere il significato della cessione di Tonali, attualmente il miglior centrocampista della squadra, e non fa certamente presagire voglia di migliorarsi ma, piuttosto, desiderio di rientrare delle somme fino ad ora erogate. Che è poi il vero motivo di dissidio sorto tra Maldini, Massara e la proprietà. A Torino, sponda Juventus, si prospetta una annata piena di incognite dove saranno vietati acquisti eclatanti, mentre osservati speciali saranno i contratti più alti ma soltanto per estinguerli.

L’allenatore Allegri contestato dai più, dirigenti attuali compresi, è saldo al comando solo per effetto di una clausola che prevede il rinnovo del contratto in automatico. Tra breve Giuntoli dovrebbe riempire la casella di direttore dell’area tecnica, al momento frenato però da un contratto in essere con il Napoli. Dopo tanto tempo e dopo aver condotto la Lazio al secondo posto della classifica, dà le dimissioni dall’incarico il ds della Lazio Igli Tare. Sembrava essere in ottima simbiosi con il presidente Lotito, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato all’interno della società. Una perdita difficile da colmare per il presidente laziale. Tranquillità in casa Inter dove le capacità dirigenziali di Beppe Marotta e Ausilio sembrano rasserenare l’ambiente, specialmente dopo il finale di Campionato e la bella, quanto sfortunata, finale Champions.

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