Abbiamo sempre pensato che le critiche possono diventare stimolanti, basta che non siano preconcette. Spalletti e la sua Juventus, quella naturalmente di Bologna, ne è la dimostrazione. Infatti l’allenatore bianconero era stato aspramente criticato perché la sua Juventus era una squadra “mollacciona”, che falliva completamente l’approccio alla gara, prima in Champions con il Bodo , poi con il Pafos e successivamente in campionato contro il Napoli. Oltretutto incapace di indirizzare un solo tiro nella porta avversaria nei primi 45’ anche perché in queste gare Spalletti mandava in campo una squadra priva di attaccanti, votata ovviamente al contenimento, che manifestava apertamente la propria inferiorità e anche paura di perdere: che magari aveva anche lui in prima persona. Tant’è che a Napoli, forse stanco per le critiche, ammise di aver danneggiato la sua squadra sbagliando l’impostazione della stessa, ma soprattutto i correttivi a gara in corso. E nei giorni a venire, sterzò improvvisamente cambiando evidentemente metodo di allenamento per alcuni e disposizione in campo per altri e si sono visti i benefici.
Tanto da far commentare ai più: «meglio tardi che mai». E a Bologna infatti si presentava fin dall’inizio una squadra senza timori reverenziali, sicura di se stessa, che attaccava l’avversario, pur correndo ovviamente qualche rischio come la traversa colpita da Zortea, che vinceva quasi sempre i contrasti uscendo lei con il pallone tra i piedi, più forte dell’avversario in tutte le parti del campo. Sembrava un’altra squadra rispetto a quella vista nelle gare precedenti, sempre timida ed impacciata. Cosa possa essere successo difficile immaginarlo. Potrebbero aver fatto presa sullo spogliatoio le dichiarazioni di Elkann quando inveiva e rifiutava stizzito l’offerta di acquisto dell’azionista Tether, secondo noi più folklorista che veritiera: tra l’altro essendo la Juventus quotata in Borsa l’offerta doveva pervenire alla Consob. O potrebbe anche dipendere dal regresso di forma della squadra di Italiano evidenziata in campionato dalla sconfitta casalinga contro la Cremonese, 3-1, il successivo pareggio 1-1 contro la Lazio, la recente fatica del giovedì di Europa League contro il Celta Vigo. Sarà comunque la prossima giornata, quando si troveranno di fronte all’Allianz Juventus e Roma, a darci contezza se sia gloria o meno la vittoria bianconera a Bologna. Può essere tutto e il contrario di tutto, non ci resta che aspettare. Di certo c’è che la squadra giallorossa è in grande autostima e dopo aver battuto il Celtic di ELeague 0-3, ha battuto il Como in campionato 1-0, evidenziando forma e qualità.
Noi comunque riteniamo che Spalletti meriti i complimenti, perché finalmente si è visto in campo qualcosa di diverso e tutto frutto del suo lavoro anche perché, essendo la squadra male assemblata dagli acquisti, difficilmente potrà essere bella, ma almeno battagliera e coraggiosa come lo è stata al Dall’Ara e soprattutto con continuità. Cambio della guardia in testa alla classifica. L’Inter vince al Ferraris contro il Genoa, 2-1 e allunga su Milan e Napoli. Perché stecca il Milan pareggiando in casa, 2-2 con la sua bestia nera, il Sassuolo e ancora una volta dimostra la sua difficoltà a battere le piccole, quelle neopromosse e affamate di punti. Perde addirittura il Napoli a Udine 1-0 giocando malissimo e mai in partita, raramente impegnato il portiere Okoye. E Chivu si prende meritatamente la vetta e dimostra che può davvero ambire allo scudetto, perché la squadra gioca bene, crea molto e concede poco agli avversari. Sta tornando intanto l’Atalanta di Palladino: cinque vittorie nelle ultime sette gare, aggredisce gli avversari ed è motivata come ai bei tempi. Il lavoro di Palladino sta evidentemente pagando.





