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Gertrud Goldschmidt al Guggenheim di New York

Orchidea Colonna
Orchidea Colonna

Giornalista, globetrotter e food lover. Sono convinta che ogni viaggio, ogni luogo visitato e osservato, ci renda più ricchi dentro. Da un viaggio si torna sempre diversi e migliori da come si è partiti. Seguitemi e attraverso i miei occhi scoprirete un mondo di inattesa bellezza

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In una retrospettiva affascinante e cronologicamente strutturata, ben duecento opere svelano la storia di Gertrud Goldschmidt, una delle artiste più influenti dell'America Latina durante la seconda metà del Ventesimo secolo. La mostra, dedicata a Gego (nome d'arte di Goldschmidt), è co-curata con maestria da Pablo Leon de la Barra e Geaninne Gutiérrez-Guimarães ed è ospitata al prestigioso Guggenheim Museum di New York. Questo straordinario viaggio artistico attraversa quarant'anni di una carriera prolificamente creativa, spaziando dagli anni '50 agli anni '90, e presenta una collezione di sculture, disegni, stampe, libri d'artista, oltre a fotografie di installazioni, schizzi, pubblicazioni e lettere.

Leggerezza, spazialità, luce e ombre: queste sono le prime sensazioni che colpiscono chi si avvicina alle opere iconiche di Gego, in particolare alla sua celebre serie "Reticulárea" (1969–82). Questa straordinaria artista tedesca-venezuelana, il cui nome originale era Gertrud Goldschmidt, aveva una formazione di architetto e ingegnere in Germania negli anni Trenta, ma la sua vita fu segnata dalla fuga dalla persecuzione nazista. Dopo aver emigrato in Venezuela, intraprese una carriera artistica che sarebbe stata strettamente legata a importanti movimenti artistici transnazionali, tra cui l'Astrazione Geometrica, l'Arte Cinetica, il Minimalismo e il Post-Minimalismo. Le opere di Gego rappresentano una fusione affascinante tra architettura, influenze brutaliste e costruttiviste, unite all'arte cinetica. I suoi lavori sono caratterizzati da sottili reti di alluminio, composte da forme geometriche triangolari o quadrate, che, combinate tra loro, danno vita a immagini in continua mutazione. Questo approccio crea un'esperienza immersiva unica, frutto di anni di sperimentazione e studio sulle impressioni ottiche, la trasparenza del volume e le linee. Un esempio di questa sorprendente fusione artistica si trova in "Sphere" (1959), piccole sculture di forma rotonda verniciate di nero. In queste opere, Gego cattura l'essenza del movimento e della fragilità, generando un senso di continuità e cambiamento nel punto di vista dello spettatore. La sfera nera sembra oscillare tra la solidità e la trasparenza, sfidando le leggi della percezione.

L'opera di Gego non si limita a un'analisi puramente visiva ma coinvolge profondamente il pubblico, spingendolo a interrogarsi sulla natura mutevole della percezione e sull'interazione tra forma e spazio. Questa commistione di elementi architettonici e dinamici trasforma le sue opere in veri e propri oggetti di riflessione filosofica. In conclusione, Gego ha lasciato un'impronta indelebile nell'arte contemporanea, offrendo al mondo un'espressione unica e straordinaria della creatività. La sua capacità di fondere leggerezza, spazialità, luce, ombre e movimento in opere di grande profondità e bellezza continua a ispirare e affascinare il pubblico di tutto il mondo, dimostrando che l'arte può superare confini e generare emozioni durature attraverso la sua straordinaria capacità di comunicare.
Il Solomon R. Guggenheim Museum, situato al numero 1071 di Quinta Strada, a New York, Stati Uniti d'America, è una preziosa istituzione dedicata all'arte moderna e contemporanea. Fondato nel 1937, il museo ha trovato la sua casa nell'opera architettonica del celebre Frank Lloyd Wright, datata 1943, che rimane uno dei capolavori del XX secolo.

Inizialmente conosciuto come il "Museo della pittura non-oggettiva," il Guggenheim fu creato per esporre le correnti artistiche d'avanguardia, tra cui l'astrattismo, con figure di spicco come Vasilij Kandinskij e Piet Mondrian. Questo gioiello architettonico di Wright, l'attuale sede del museo, divenne la dimora definitiva dell'istituzione. L'edificio distintivo, l'ultimo capolavoro di Wright, attirò immediatamente l'attenzione dei critici architettonici ed è universalmente riconosciuto come un'icona dell'architettura contemporanea. Dal punto di vista esterno, sembra un nastro bianco che si snoda intorno a un cilindro più largo nella parte superiore rispetto a quella inferiore. Questo contrasta notevolmente con gli imponenti grattacieli di Manhattan circostanti, un aspetto che Wright ha apprezzato, affermando che il suo museo avrebbe fatto apparire il vicino Metropolitan Museum of Art "come una modesta capanna." All'interno, la galleria segue una delicata spirale che si sviluppa dal piano terra fino alla cima dell'edificio, con opere d'arte disposte lungo i suoi muri e in alcune stanze lungo il percorso. Tuttavia, alcuni critici hanno sollevato questioni riguardo alla visibilità delle opere esposte all'interno e alla sfida di appenderle sui muri inclinati e poco illuminati dalla vetrata centrale. Nel 1992, una torre rettangolare è stata aggiunta all'edificio, superando in altezza la spirale originale. Questa modifica all'opera di Wright è stata oggetto di controversie, dato il suo status di icona consolidata.

Dal 7 luglio 2019, il museo è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità all'interno del sito seriale delle Opere architettoniche del XX secolo di Frank Lloyd Wright. L'intrigante spirale capovolta dell'edificio, che il geniale Frank Lloyd Wright stesso battezzò "Taruggiz" per la sua somiglianza a uno Ziggurat rovesciato, cela in sé molteplici significati simbolici. La spirale, come simbolo di continuità senza fine, può essere vista anche come un palindromo, un concetto di perfetta simmetria. Questa struttura può essere interpretata come una Torre di Babele invertita, in netto contrasto con la divisione dei popoli narrata nella nota storia biblica. Qui, la spirale rovesciata rappresenta l'aspirazione a unire le culture e i popoli attraverso l'arte, sottolineando il ruolo del museo come veicolo di unità e comprensione. Un ulteriore significato simbolico è legato alle scale a spirale all'interno, che consentono ai visitatori di guardare sempre indietro, rivivendo il percorso compiuto. Nonostante l'apparenza visuale di audace struttura, l'edificio funziona in modo sorprendentemente tradizionale. La rampa a spirale, con pianta circolare, è suddivisa in due parti: una parte esterna funge da spazio espositivo e si basa su robusti setti in cemento armato posizionati a intervalli regolari lungo il cerchio. All'interno del cerchio, il percorso di salita e discesa è sospeso a sbalzo. I setti, di forma trapezoidale, si restringono man mano che scendono verso la sezione più stretta, cedendo il passo a un tamburo circolare che corre lungo il perimetro esterno della spirale. In copertura, questi setti si prolungano per creare i costoloni della maestosa cupola che sovrasta il vasto spazio interno. Il museo espone opere di pittori quali Georges Braque, Paul Cézanne, Marc Chagall, Edgar Degas, Paul Gauguin, Vasily Kandinsky, Édouard Manet, Joan Miró, Piet Mondrian, Pablo Picasso, Pierre-Auguste Renoir, Georges Seurat e Henri de Toulouse-Lautrec.

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