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Nuovi pericoli allo sportello, banche in ritardo con la comunicazione: clienti poco informati. Parola dell'Abi

FRANCESCO DE DOMINICIS
FRANCESCO DE DOMINICIS

A Libero dal 2007, è in forza alla redazione di Roma dove si occupa di economia e soprattutto di banche. Il nome di questo blog, Baraonda bancaria, è ripreso dal titolo di un libro scritto nel 1960 da Alberto de' Stefani nel quale l'autore racconta la sua esperienza nel salvataggio del Banco di Roma negli anni 20: è la storia di intrecci politici e gestioni fuori legge. Dopo un secolo, nell'industria finanziaria italiana, non sembra cambiato granché.

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Francesco De Dominicis twitter@DeDominicisF A due settimane dall'entrata in vigore delle nuove regole europee sui salvataggi bancari, si scopre che i correntisti e i clienti degli istituti di credito italiani non sono informati. Non sanno nulla delle nuove procedure di risoluzione delle crisi delle banche. Non sanno nulla della direttiva europea che ha introdotto il meccanismo del bail in, cioè il principio che impone un contributo ad azionisti obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100.000 euro per far fronte ai buchi nei conti. L'Italia ha di fatto giocato d'anticipo in Europa e col salvataggio di Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e PopEtruria ha messo sul piatto un antipasto: il crac di quelle quattro banche è stato evitato con l'azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate. Un blitz, quello deciso dal governo e dalla Banca d'Italia, che sta provocando panico e sta minacciando la fiducia nei consumatori. Col bail in cambia drasticamente il rapporto tra banche e clienti, ma gli italiani ne sanno ben poco. Ragion per cui, l'Abi sta cercando di correre ai ripari, anche se in clamoroso ritardo. Ieri l'Associazione ha spedito una lettera a tutti gli associati - firmata dal presidente, Antonio Patuelli, e dal direttore generale, Giovanni Sabatini - con la quale gli istituti vengono inviati a "comunicare quali specifiche iniziative informative sono state già poste in essere al Vostro interno, e quali sono state pianificate entro la fine dell'anno". La lettera riservata è un sollecito di una analoga comunicazione già inviata il 2 novembre. In buona sostanza, la Confindustria del credito cerca di capire quanto siano informati i consumatori e cosa stiano facendo in questa direzione le banche.  Il caos legato al fallimento pilotato di Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e PopEtruria non era stato previsto e ora ai piani alti dell'industria bancaria sono preoccupati. Scrivono infatti Patuelli e Sabatini: "Anche alla luce del rilievo che ha assunto tale tematica sugli organi di informazione, riteniamo di cruciale importanza poter disporre di un quadro completo delle iniziative intraprese dall'intero settore, in quanto elemento fondamentale ed imprescindibile dell'attività di comunicazione e monitoraggio che l'Associazione sta svolgendo su questa materia".  L'Abi ha affidato alla sua controllata Abiservizi la realizzazione di una guida informativa che le banche dovrebbero acquistare e distribuire nei 30.000 sportelli bancari distribuiti su tutto il territorio nazionale. La guida ha proprio l'obiettivo di aumentare il grado di consapevolezza sulle nuove regole e sulla percezione dei nuovi rischi. Fatto prima sarebbe stato meglio.

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