Cerca
Logo
Cerca
+

Tra Cia e Grandi Fratelli Tutti i miracoli del Messiah

La nuova serie Netflix

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

Vai al blog
Tutte prediche e  distintivo Foto: Tutte prediche e distintivo
  • a
  • a
  • a

Di  ‘sti tempi i profeti – o pseudotali- che frequentano il Medioriente sono diventati una moda. Prendete questo tale, Al Massih, un piccoletto segaligno e logorroico un po’ Fabio Rovazzi con i capelli lunghi, un po’ Gesù di Zeffirelli e un po’ Prince con la sacca dei pani e dei pesci a tracolla al posto della chitarra elettrica. Al è un signore che si erge dalle sabbie e dalla guerra siriane; invoca il Dio della Bibbia come fosse una rockstar; sparisce dalle prigioni israeliane per poi riapparire in Messico e, successivamente, in una chiesa miracolosamente salvata da un tornado in Texas; poi, di prigione in prigione, di seguace in seguace, di predica in predica, trascina centinaia di profughi ai confini delle terra promessa e resuscita ragazzini crivellati da proiettili davanti al tempio di Gerusalemme. Il giovane è il protagonista di Messiah (Netflix) ossia di una serie che narra le avventure di un “misterioso e carismatico uomo che è riuscito a radunare attorno a sé una folta schiera di seguaci”, e senza aver promesso il taglio delle aliquote o aver partecipato al Grande Fratello. Al-Massih, naturalmente, come tutti i profesti che si rispettino, ha i suoi avversari. Come Eva Geller un’analista della C.I.A., malata e funestata dal lutto del marito, che vede in lui non un messia, ma un potenziale nuovo Bin Laden; o Aviram, un funzionario del Mossad talmente incarognito da non riuscire ad interrogare un passante palestinese senza spezzargli un braccio; o vari agenti dell’Fbi che non hanno la minima idea di chi sia il nostro ma siccome “è un arabo di merda” sempre meglio arrestarlo, si sa mai. Svettano tra i comprimari un predicatore che voleva incendiare la propria chiesa per ottenere il premio dell’assicurazione, una direttrice della Cia, un presidente Usa distratto, un giudice conservatore dall’improvvida onestà intellettuale.Mandato in onda in Francia, il serial viene accusato di “propaganda malefica e anti islamica” e diventa oggetto di boicottaggio; da noi, conquista una silenziosa platea. In realtà Messiah è un prodottino abbastanza avvincente: per le prime cinque puntate ti viene da chiederti se il Messiah sia o no un impostore. Nelle seconde cinque successive ti viene da chiedere perché non sia stato ancora eletto presidente degli Stati Uniti…     

Dai blog