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Gli Stati Uniti (socialisti) d'America

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Gli USA non saranno piu' gli United States of America, ma diventeranno gli USA, United Socialists of America? Cosi' sognano Bernie Sanders e la sua nipotina ideologica Alessandra Ocasio-Cortez, che hanno un programma che piu' rosso non si puo': scuola gratis per tutti; sanita' nazionalizzata senza possibilita' di scegliere la copertura (Medicare per tutti); stipendio eterno garantito per gli impiegati pubblici, ovviamente da aumentare di numero e di ruolo in una economia pianificata. I Socialisti Democratici Usa aggiungono una versione di internazionalismo inedita nella storia del socialismo mondiale: se l'URSS di Stalin era per la teoria del “Socialismo in un Paese solo” (visto che la rivoluzione comunista faceva fatica a espandersi altrove), i socialisti USA di oggi sono per l'abolizione della Agenzia governativa americana (l'ICE) che protegge le frontiere con Messico e Canada. Cosi' l'immigrazione verso gli USA non sarebbe piu' clandestina, di fatto e di diritto, e il Socialismo globale si trasferirebbe qui, per godere della ricchezza USA. Per non essere da meno da Sanders, il senatore Socialista del Vermont che si e' sempre rifiutato finora di iscriversi ai Democratici ma vuole correre come un DEM nel 2020, tre senatori genuinamente DEM che non fanno mistero di voler correre contro Trump - Kamala Harris (California), Cory Booker (New Jersey) e Kirsten Gillibrand (New York) - , si stanno pateticamente e pedissequamente scavalcando a sinistra per arginare le truppe di Sanders alle primarie del 2019-2020. Ma in questa foga verso il socialismo da 21esimo secolo, quella che piu' di tutto il lotto dei DEM NeverTrump ha fatto la proposta comunista DOC e' Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts, che ha presentato un progetto di legge seriamente anticapitalista, l'Accountable Capitalism Act. La National Review lo ha definito “il piu' grande esproprio di proprieta' privata nella storia dell'uomo”, ed e' proprio cosi': tutte le aziende con oltre un miliardo di fatturato non potrebbero operare senza il permesso del governo federale, che controllerebbe effettivamente tutte le sue attivita', propone la Warren. In altri termini, il marxiano trasferimento della proprieta' dei mezzi di produzione vivrebbe una seconda gioventu', un secolo esatto dopo la Rivoluzione di Lenin in Russia. Mi avessero prospettato questo scenario 18 anni fa, quando sono arrivato a New York per seguire giornalisticamente da vicino Wall Street, tempio del capitalismo finanziario, mi sarei messo a ridere. Nel 2000 c'era Bill Clinton che stava finendo i suoi 8 anni da presidente, dopo aver fatto passare in Congresso la riforma del welfare con i Repubblicani e con una fetta rilevante di deputati e senatori Democratici, i cosiddetti Blue Dogs, moderati fiscalmente e nettamente anticomunisti e strenuamente filo-americani in politica estera. Al tempo, Gallup neppure si sognava di fare sondaggi per misurare la simpatia degli americani per il socialismo. Invece qualche giorno fa, nella rilevazione 2018 del sondaggio Gallup sulla simpatia della gente per il socialismo o per il capitalismo, introdotto nel 2010 dopo due anni di “cura” Obama, il 57% degli elettori Democratici ha detto di avere una visione positiva del socialismo. Solo il 47%, invece, ha detto di avere una visione positiva del capitalismo. Lo slittamento dal 2010 e' sensibile: in quell'anno, il 53% dei DEM vedeva bene il capitalismo ma una stessa percentuale del 53% vedeva positivamente il socialismo. Tra i repubblicani, da 8 anni fa non e' sostanzialmente cambiata la simpatia verso il capitalismo – erano il 72% e ora sono il 71% - e neppure una ultraminoritaria simpatia per il socialismo – erano il 16% e ora sono il 17%. Oggi, per la maggioranza dei Democratici USA, non sono dunque piu' valide la domanda e la relativa risposta (“Qual e' il sistema economico negli Stati Uniti d'America?”- “L'economia capitalista”) del questionario su cui gli aspiranti cittadini si preparano all'intervista con i funzionari dell'Agenzia della Immigrazione? Quanta e' profonda questa metamorfosi? A trascinare a sinistra il sentiment degli americani DEM sono soprattutto i giovani e i giovanissimi. Uno studio del novembre scorso di YouGov commissionato dalla Fondazione Memoriale delle vittime del Comunismo ha scoperto che il 44% dei millennial preferirebbe vivere in un paese socialista, e il 7% in un paese comunista. Solo il 42% dei millennial, potendo scegliere, vorrebbe vivere in un paese capitalistico come gli Stati Uniti. E' una vecchia storia: l'ignoranza crassa sulla realta' delle esperienze socialiste e collettiviste degli ultimi 100 anni, dai Soviet al socialismo in bancarotta in Venezuela, si sposa con l'aspirazione giovanilistica per la mitica “giustizia sociale”. E' ancora cosi' in tutte le democrazie, che scherzano con il fuoco del socialismo. Se dunque c'e' poco da ridere nel 2018 a parlare di un futuro socialista negli USA, le presidenziali del 2020 saranno il test decisivo per arginare la deriva. Va ricordato, peraltro, che non e' la prima volta nella storia che i DEM si infatuano del socialismo reale e rinnegano il capitalismo. Durante la grande Depressione degli Anni 30, il New Deal che cambio' l'economia e la societa' USA era fondato sulla ammirazione di Franklyn Delano Roosevelt per le ricette social-corporative di Benito Mussolini e per le riforme collettiviste della Russia comunista di Stalin. Poi, nella guerra mondiale gli USA hanno battuto il nazifascismo, e alla ripresa postbellica hanno trattato il comunismo per quella minaccia esistenziale che era. “Durante la Guerra Fredda, qual era la maggiore preoccupazione degli Stati Uniti?”, chiede ancora oggi la domanda n.83 del citato questionario per avere la cittadinanza. “Il comunismo”. La risposta esatta resta questa. di Glauco Maggi

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