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Midterm, le elezioni che possono decidere il futuro di Trump: tutti gli scenari, come andrà a finire

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Nelle urne di oggi 6 novembre non ci sono solo in ballo le maggioranze del GOP alla Camera e al Senato, che i Democratici sperano di ribaltare. Sara' anche una prova d'appello per i professionisti dei sondaggi dopo la debacle totale del 2016, quando alla quasi unanimita' diedero vincente Hillary Clinton. Anche stavolta, nelle loro rilevazioni dell'ultima ora su come finira' la sfida alla Camera, puntano sulla “ondata blu” (blu e' il colore dei DEM, rosso quello dei Repubblicani) che dovrebbe produrre il risultato sperato dai Democratici. E' da un anno che i media di sinistra parlano di “ondata blu”, sognando la rivincita del 2010: allora era Obama presidente da due anni, e alle elezioni di medio termine il GOP spazzo' via il controllo dei DEM conquistando 63 seggi. Stavolta ci sono 40 deputati repubblicani che sono andati volontariamente in pensione (il piu' illustre e' lo Speaker Paul Ryan) e l'addio di politici gia' in carica, e quindi piu' conosciuti ed esperti, e' un obiettivo ostacolo in piu' per il GOP, che deve ridurre a meno di 23 il numero di seggi che puo' cedere agli avversari. Ecco che cosa dicono i sondaggi dell'ultima ora, unanimi nel prevedere che la Camera cambiera' colore, dal rosso al blu. Domani la sentenza del voto sara' anche un giudizio su di loro. *FiveThirtyEight.com (il sito di Nate Silver) dice che i Democratici hanno l'87% di possibilita' di riprendersi la Camera. *The Cook Political Report sostiene che i Democratici conquisteranno tra i 30 e i 40 seggi alla Camera (ne bastano 23 per andare in maggioranza). *Politico/Morning Consult: questo sondaggio ha evidenziato che gli interpellati, con un margine del 43% contro il 40%, hanno detto che voteranno il candidato Democratico del loro distretto nelle sfide per la Camera. *CNN: il sondaggio della TV liberal rileva che gli elettori, con un margine del 55% contro il 42%, hanno detto che voteranno il candidato Democratico nel loro distretto nelle sfide per la Camera. *Centro della Politica della Universita' della Virginia: secondo la “Crystall Ball” del professor Larry Sabato i Democratici conquisteranno 34 seggi, 11 piu' del minimo indispensabile.  Tutti sono pro DEM, ma nessuno vede una “ondata blu” della forza con cui i Repubblicani vinsero nel 2010. La competizione per il Senato appare molto piu' incerta, con il GOP che dovrebbe riuscire a mantenere il controllo: oggi i senatori repubblicani sono 51 (contro 49) e sarebbe una sorpresa se perdessero la maggioranza, poiche' dei 33 seggi in palio una larga maggioranza sono detenuti da Democratici negli Stati rossi, dove due anni fa Trump ha vinto con un buon  margine. Se l'esito fosse la spartizione di potere in Congresso, i DEM alla Camera e il GOP al Senato, si entrebbe nella fase di “gridlock'',  cioe' di una piu' che probabile situazione di paralisi legislativa, perche' ogni legge per essere approvata deve avere i voti nei due rami, e ottenere la firma del presidente che ha il potere di veto. Il clima attuale non e' propriamente animato da spirito bipartisan, indispensabile per votare qualunque misura. Oltretutto, il detto popolare e' che il giorno dopo le elezioni di medio termine e' il giorno di apertura della  campagna presidenziale di due anni dopo. L'attenzione si spostera' immediatamente su Trump, che ha gia' annunciato di correre ancora nel 2020 e non avra' presumibilmente avversari del suo partito che gli contenderanno la nomination. Sull'altro fronte sono circa una trentina gli aspiranti presidenti tra i Democratici: saranno primarie apertissime, con un ventaglio di idee e di persone che andranno dal socialista Bernie Sanders al miliardario capitalista Mike Bloomberg. Glauco Maggi

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