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E Napolitano sgridò Bersani: "Ma cosa festeggiate?"

politica

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Giorgio Napolitano ha un rapporto, come dire, dialettico con il suo partito di provenienza, il Partito democratico. Detto papale papale: quando vuol farsi sentire, lo fa. Senza troppi complimenti. E non lesina rimbrotti ai compagni di un tempo. Che siano il segretario o i suoi vice. E' successo così la scorsa settimana, durante le consultazioni. Il giorno dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi si presentano al Quirinale Pier Luigi Bersani e i due capigruppo dei democratici, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini. La sera prima il segretario del Pd aveva organizzato un brindisi per l'addio del premier al circolo di via dei Giubbonari, storica sede del Pci. Cin cin, festeggiamenti, frizzi e lazzi. Che, però, non sarebbero piaciuti granché al gran regista dell'operazione Monti. Raccontano, fonti attendibili, che il Capo dello Stato abbia accolto il terzetto dem così: . Pausa. . Ogni fase ha il suo stile. E questa - spread alle stelle, crisi galloppante, sacrifici in arrivo – avrebbe dovuto consigliare, a un partito di governo, altri comportamenti. Nemmeno a dirlo, i tre non hanno replicato. Meglio tacere.   

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