Ruby, le toghe (a luci) rosse:"Ad Arcore tutte prostitute"

di Nicoletta Orlandi Postidomenica 10 marzo 2013
Ruby Rubacuori

Ruby Rubacuori

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  Le cene di Arcore mostrano un "collaudato sistema prostitutivo organizzato per favorire il soddisfacimento, il piacere sessuale del presidente Berlusconi". Cosi, nella sua requisitoria, il pm Antonio Sangermano interviene nella requisitoria sul processo Ruby che vede imputato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Ruby "era parte integrante del sistema prostitutivo". Lo ha affermato il pm Sangermano durante la requisitoria del processo che vede imputato Berlusconi.  Mai pagato una donna - Berlusconi comunque non accetta le accuse dei pm e risponde: "Ho letto un pò stupito e un pò divertito i resoconti della requisitoria del pubblico ministero, titolare certo di una fantasia -come dire- 'fantasiosà nella ricostruzione delle famigerate cene a casa mia. Per quanto mi riguarda -assicura il Cavaliere- ho avuto la duplice fortuna (e forse il merito) di non aver mai dovuto remunerare una signorina o una signora per avere rapporti intimi e sono sempre stato in grado di dare una risposta positiva a chi mi si rivolgesse chiedendomi un aiuto. Il Pubblico Ministero, probabilmente, non ha avuto nessuna di queste due 'fortunè e si regola come se io fossi lui. Evviva". Comandava la Minetti - Le parole di Silvio non convincono le toghe che nella requisitoria inchiodano il Cav. Il magistrato ha anche definito il ruolo di Nicole Minetti come "protagonista attiva delle serate di Arcore" e "che svolgeva un ruolo particolarmente delicato nell'ambito del procedimento compiendo ella personalmente atti prostitutivi prendendo denaro da Berlusconi" e "svolgendo un ruolo fondamentale ovvero l'attività di intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione". Politica in cambio di sesso - Il sistema "a vantaggio di Berlusconi", sempre secondo il pm, prevedeva la retribuzione delle ragazze da parte dell’ex premier come corrispettivo degli atti sessuali compiuti. Denaro in contanti o con bonifici, le case in via Olgettina, ma anche "prospettive di inserimento professionale e anche politico delle giovani donne", sostiene sempre il pm Sangermano al processo Ruby. Per il magistrato, le cene di Arcore erano "eventi organizzati al fine di compiacere la concupiscenza intesa come desiderio di incontri intimi". "E' totalmente falso - dice - che le cene di Arcore fossero incontri conviviali allietati da qualche scena di burlesque". Ansia per Arcore - In un altro passaggio della requisitoria il giudice parla di "ansia delle ragazze per restare a dormire ad Arcore". Una "competizione che emerge dalle intercettazioni", spiegaSangermano. Sempre dalle conversazioni captate dagli inquirenti "emerge in maniera lampante la terza fase delle serate ad Arcore". Il pm porta ad esempio un colloquio tra Minetti e Barbara Faggioli che parlano di come Berlusconi abbia "perso la testa" per Roberta Bonasia, "con riferimenti alla sfera intima, cioè al gradimento che la Bonasia riceveva da Berlusconi" e "con recriminazioni sulle scelte fatte delle persone da tenere a dormire e agli emolumenti".  Testimoni pagate da Silvio - Secondo Sangermano le ragazze che hanno sfilato in qualità di testimoni nell'aula del processo sul cosiddetto caso Ruby sono al libro paga di Silvio Berlusconi. Il pm nel corso della sua requisitoria a carico del leader del Pdl ha sottolineato che "non si può non sottolineare la macroscopica anomalia di un imputato che ha continuato a pagare con 2.500 euro al mese le testimoni a suo carico". Secondo il magistrato, non ci sono dubbi: "Da intercettazioni, testimonianze dirette e indirette emerge che le serate ad Arcore avevano valenza inequivocabilmente sessuale". E poco importa, secondo il rappresentante della pubblica accusa, che alcune delle cosiddette 'papi girl' abbiano negato di aver avuto rapporti sessuali con Berlusconi dietro compenso: "Le testimonianze antitetiche al contenuto delle intercettazioni - ha puntualizzato Sangermano in aula - rafforzano l'ipotesi dell'accusa". La richiesta di condanna verrà pronunciata dal sostituto procuratore Ilda Boccassini nella prossima udienza, fissata per l’8 marzo. La difesa di Berlusconi, invece, parlerà l’11 marzo