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Puigdemont profeta lontano dalla patria: si avvicina l' estradizione, lui fa la bella vita / Guarda

Alessandra Menzani
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Puigdemont verrà estradato e quindi andrà a tener compagnia agli altri ministri indipendentisti catalani in carcere, o se ne starà a Bruxelles da autoesiliato con la ufficiosa qualifica di «profugo vip»? Difficile capire dove la giustizia belga andrà a parare, anche se logica e leggi europee vorrebbero venga rispedito al mittente senza ricevuta di ritorno. Di certo c' è che ieri il giudice di Bruxelles ha deciso di non decidere, rimandando l' analisi del caso a data da destinarsi, in ogni caso dopo l' udienza del 4 dicembre in cui la difesa dell' ex presidente catalano e degli altri quattro ministri fuggiaschi replicherà alle richieste della procura belga e per interposta persona a quella spagnola. E soprattutto di certo c' è che nel frattempo il buon Carles, tra inviti a convegni, presentazione di libri, lunghe passeggiate per i grandi parchi cittadini con interviste incorporate, e cene varie, a Bruxelles non se la passa mica tanto male. Certo, la capitale belga non avrà il clima e la verve di Barcellona, ma sempre meglio del gabbio di Estremera, dove il suo ex vice, il povero Junqueras, passa monotone e solitarie giornate meditando, come ha scritto in una lettera inviata al Times, e pregando da buon cattolico. Puigdemont invece si è fatto fotografare giovedì sera mentre brindava gioviale alla salute degli indipendentisti di tutta Europa durante una cena organizzata a casa di Lorin Parys, deputato dell' Alleanza Neo-Fiamminga (N-VA), partito che rivendica l' indipendenza delle Fiandre dal Belgio. La foto, postata dallo stesso allegro deputato su Twitter, dimostra in ogni caso che Puigdemont sta cercando di far tesoro del suo tempo libero tessendo la tela degli indipendentismi locali. Peraltro la spensierata cena si è tenuta solo poche ore prima che i cinque si presentassero nello sproporzionato palazzo di giustizia di Bruxelles dove un po' a sorpresa la procura locale ha richiesto per gli accusati l' esecuzione del mandato di arresto europeo e la relativa estradizione, accogliendo quattro dei cinque crimini imputati da Madrid: ribellione, sedizione, appropriazione indebita e disobbedienza. Respinto solo il reato di prevaricazione. Una sorpresa perché fino a poche ore prima la procura sembrava propensa ad affrontare il caso spagnolo con maggiore senso critico, con il procuratore Jean Marc Meilleur che aveva chiesto maggiori informazioni alle autorità spagnole in merito alla richiesta di estradizione con le seguenti motivazioni: «Considerata la qualità delle persone coinvolte e il particolare contesto in cui si sono svolti i fatti per i quali viene richiesta l' estradizione, è chiaro che verrà data particolare importanza alla questione dell' estradizione che potrebbe costituire o meno una violazione dei diritti fondamentali delle persone coinvolte». Ascoltata la difesa ci vorranno almeno 10 giorni perché arrivi una decisione del giudice, sempre e comunque appellabile. Tra una cosa e l' altra è molto probabile che la vicenda si risolverà o avrà il suo momento di massima esposizione mediatica in concomitanza con le elezioni catalane del 21 dicembre. Starà alla sensibilità del giudice perché la sua decisione presa il giorno dopo piuttosto che quello prima eviti di influenzare il voto. Il premier spagnolo Rajoy dice che in ogni caso si conformerà: «Confido nel sistema giudiziario belga e rispetto le sue decisioni. Se iniziamo a mettere in discussione anche questo, non ne usciamo più fuori». di Carlo Nicolato

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