Roma, la villa super-lusso dei Casamonica andrà ai profughi
Oltre al racket dei posti letto, anche la contraffazione. Si allarga l'inchiesta della procura di Roma sull'occupazione dello stabile di via Curtatone, a due passi da piazza Indipendenza. L'immobile, occupato da centinaia di rifugiati africani, è stato sgomberato, non senza tensioni, dalla polizia il 19 agosto e ieri la Digos ha prelevato altro materiale utile all'inchiesta. Si tratta di computer e ricevute che attestano affitti e subaffitti rilasciati agli ignari etiopi ed eritrei, o anche a immigrati clandestini, da parte di presunte organizzazioni per il diritto alla casa. Alcuni documenti trovati recano perfino il sigillo contraffatto dello Stato, cioè sono timbrati in modo fraudolento, ecco perché i pm di piazzale Clodio, oltre al fascicolo aperto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, stanno indagando anche sulla violazione dell'articolo 467 del codice penale: contraffazione del sigillo dello Stato ed uso del sigillo contraffatto. Con la Digos è intervenuta la Scientifica per documentare lo stato dei luoghi in cui vivevano gli occupanti. Determinante per l'avvio degli accertamenti del procuratore aggiunto Francesco Caporale il contenuto di una relazione degli stessi investigatori che avrebbero scoperto una situazione di diffusa illegalità. In particolare, hanno accertato che agli occupanti abusivi veniva consegnata una tessera nominativa con l'intestazione “Palazzo di Indipendenza” che consentiva loro l'accesso nell'edificio. Lo sgombero dell'immobile, a due passi dal Csm, è avvenuto nell'ambito di un'inchiesta per occupazione abusiva, del pm Eugenio Albamonte, attuale capo dell'Anm. A piazzale Clodio ci sono vari procedimenti aperti in materia di occupazione e fascicoli contro ignoti per associazione a delinquere. Nel mirino ci sono alcuni soggetti, che gravitano attorno ai centri sociali e gestiscono le occupazioni di immobili, spesso sfruttando la disperazione di profughi e povera gente. Per il sindaco di Roma, Virginia Raggi, è ora di dire basta e di mettere in pratica la «tolleranza zero» verso questo tipo di situazioni. Per la grillina «sono uno scandalo le 200mila abitazioni vuote a Roma», ma intanto deve trovare una sistemazione ai rifugiati sgomberati da via Curtatone. L'ipotesi è che per alcuni giorni stiano in un hotel vicino al palazzo che occupavano, in attesa di un alloggio. Oggi in prefettura è in programma un vertice sul tema con Comune e Regione Lazio, ma il problema dell'emergenza abitativa è talmente urgente, che si pensa di utilizzare per i profughi gli edifici tolti alla criminalità organizzata. La legge imporrebbe che tali beni venissero destinati a utilità sociali, e infatti una lussuosa villa sottratta al clan dei Casamonica è diventata un centro per bimbi autistici. Ma poiché i rifugiati aumentano e non possono essere sgomberati se prima non si sa dove metterli, il Viminale sta pensando di utilizzare le ville confiscate alla criminalità. Solo a Roma sono ben 454 gli immobili gestiti dall'Agenzia dei beni sottratti alla mafia: quasi sempre lussuose ville con piscina e annesso parco. Rubinetterie d'oro e tutti i confort. Proprio quello che chiedono i profughi in fuga dalle loro terre.