Cerca
Logo
Cerca
+

Virginia Raggi, Tiberis come Spelacchio: inaugurazione con flop per la spiaggia sul Tevere 

Maria Pezzi
  • a
  • a
  • a

Niente bikini per la sindaca di Roma Virginia Raggi, che non si è vista all'inaugurazione (sottotono è un eufemismo) della neo nata spiaggia Tiberis, dotata di ombrelloni, lettini e due campi di beach volley in riva al Tevere.  Il piano dell'Amministrazione era dotare la Capitale di una spiaggia attrezzata, sfruttando il suo lungofiume come avviene a Parigi e a Berlino, e restituire così ai romani gli argini del “fiume biondo” riqualificati e liberi dai rifiuti. Ad annunciarlo era stata proprio la Raggi, lo scorso 14 dicembre, indicando una (seppur fumosa) scadenza: «Prima dell'estate».  Chiunque abbia confidato in questa promessa, oggi sarà rimasto un bel po' deluso. Ad otto mesi dall'ottimistico pronostico fatto in Campidoglio, finalmente la spiaggia ha aperto – dopo una catena di rinvii, incluso un esagerato allarme meteo – senza alcuna inaugurazione ufficiale. Sono stati aperti solo i cancelli, tra gli operai ancora al lavoro, i teloni neri al posto dell'erba e l'energia assicurata da un generatore elettrico, in quanto l'allaccio non è stato ancora ultimato. Per chi si affaccia da Ponte Marconi, il primo impatto non ingenera proprio un'idea di fresco relax: in un ettaro di terreno strappato al degrado, oggi sorge una distesa arroventata di sabbia e una fila di piante ornamentali collocate davanti alla rampa, un tempo ingresso per la navigazione sul fiume. Fino a pochi giorni fa il cantiere era ancora in fermento, presidiato dai camion del Servizio Giardini, “precettati” da un mese con tutte le loro (scarse) risorse per arrivare all'inaugurazione prima che i romani dismettano la canotta per rientrare in ufficio. Così la prima spiaggia gratuita sul Tevere, realizzata tra Ostiense e Magliana, non ha visto per ora i romani fare a gara per prenotare un solarium, nonostante dal Campidoglio si tenti con tutti i mezzi di allettare i potenziali villeggianti: «Abbiamo abbellito l'area portando piante ornamentali come querce da sughero,  bambù, agrifogli, ulivi,  alloro e palme nane.  A due passi dalla spiaggia si può prendere anche il battello dal molo di Ponte Marconi fino a Ostia Antica navigando il fiume e scoprendone il grande valore ambientale» ha dichiarato l'assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari. Ma all'ombra del Gazometro e di altri reperti di archeologia industriale come il dismesso Cinodromo (occupato) e una sede di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, dedita alla disinfestazioni, i romani rimangono scettici e non sembrano folgorati dal nuovo lido. Realizzato con un affidamento di 40mila euro, come si apprende dalla cartellonistica, all'incrocio di un'area di passaggio e periferica. Un po' come la famosa Isola-che-non-c'è di Peter Pan, che nessuno riesce a trovare se non ti ci portano. Per giunta incastrata tra un insediamento abusivo sull'argine opposto, dove una recinzione in lamiera nasconde una serie di baracche, e con alle spalle un altro campo nomadi e un recinto con rifiuti vari in attesa di smaltimento. Certo il degrado non è “a vista”, anche se l'aria non è delle più salubri considerando l'umidità del fiume. Tra i passanti e i curiosi che in questi giorni osano sfidare le temperature torride per passeggiare sul ponte, la domanda ricorrente è una sola: «Cui prodest? A chi giova?». Perché 40mila euro sono pochi per una bonifica che ha comportato, secondo un video realizzato dall'europarlamentare pentastellato Dario Tamburrano, la rimozione di migliaia di rifiuti (60 camion avviati in discarica), il ripristino degli argini ripuliti e la creazione di una spiaggia con sabbia fina «particolarmente adatta alle attività sportive». Ma potrebbero essere soldi buttati se si pensa che la spiaggia – dove non è consentita la balneazione nel fiume, ma va comunque garantita la sicurezza - necessita di una sorveglianza e manutenzione continua. Per evitare che finita l'estate, tutto venga nuovamente inghiottito dall'incuria. Come già accaduto per il Parco del Tevere sulla Magliana, inaugurato dalla giunta Marino e tramontato poco tempo dopo. «Questa della spiaggia è la più grossa buffonata del secolo. Con un fiume inquinato come il Tevere che cacchio ci fai?» si sfoga un ciclista di passaggio. Mentre un ex assessore all'Ambiente locale, Alessandro Moriconi, rievoca addirittura l'albero di Natale dei romani divenuto un simbolo dello spreco: «Sarò un inguaribile malizioso ma a me questo cartello sembra già di averlo visto per Spelacchio  a Piazza Venezia ..  All'interno di Tiberis ci sarà la guardiania? Il bagnino? Le sdraio e gli ombrelloni? Tutto con 40.000 euro?». E c'è chi infine punta il dito contro «l'incuria complessiva in cui versa il Tevere, dal grado di inquinamento delle acque, agli  argini e alle  banchine - dichiara il presidente dell'associazione ecologista EcoItaliasolidale, Piergiorgio Benvenuti - da un nostro sopralluogo questa mattina abbiamo potuto verificare come ancora nei pressi del “lido” persistono  insediamenti abusivi, rifiuti che stavano per essere sversati nel Tevere e che ancora non sono stati rimossi, la pista ciclabile per una parte occupate da vegetazione incolta e l'Ippovia totalmente ignorata in un progetto che, purtroppo, si è rivelato alquanto fumoso». di Beatrice Nencha

Dai blog