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Silvia Sardone, la forzista aggredita e pestata dal consigliere del Pd: ecco le foto

Andrea Tempestini
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Picchiare una donna di centrodestra non è reato. È davvero indecente la reazione omertosa delle boldrine di centrosinistra di fronte all'aggressione subita dal consigliere comunale forzista di Milano Silvia Sardone da parte di un consigliere comunale del Pd di Sesto San Giovanni. A colpire non è solo la brutalità del gesto - un uomo che fa valere la sua differenza di sesso e di peso contro una donna, storcendole con violenza il braccio mentre è in corso, di lì a pochi metri, una diretta tv - ma anche il silenzio assordante che è stato imposto alla vicenda, soprattutto da parte di chi è solito riempirsi la bocca con frasi di occasione contro la violenza di genere e il sessismo, o a fare sterili battaglie di propaganda a favore delle quote rosa e delle desinenze al femminile. A raccontare i fatti a Libero è la stessa Sardone: «Due giorni fa io e mio marito, Roberto Di Stefano, candidato sindaco di centrodestra a Sesto San Giovanni, eravamo in piazza a sostegno dei cittadini sestesi che protestavano, durante il programma Dalla vostra parte su Rete 4, contro le pessime politiche sociali dell'amministrazione di sinistra. Un consigliere comunale del Pd si è avvicinato ai cittadini e ha iniziato a insultarli, filmandoli con il suo cellulare contro la loro volontà. Era chiaro che fosse venuto per provocare e non consentire la diretta tv. Io sono intervenuta a loro difesa e gli ho detto di rivolgersi a me, non ai cittadini. Lui allora mi ha strattonata, mi ha afferrato un braccio e me lo ha storto con forza, davanti a molti testimoni. Le forze dell'ordine, vedendomi dolorante e sotto shock, hanno deciso di chiamare l'ambulanza. Gli stessi operatori dell'ambulanza, valutate le mie condizioni, hanno ritenuto necessario portarmi in pronto soccorso, dove mi sono state riscontrate le lesioni derivanti dalle percosse, e mi è stata applicata una fascia a tracolla, con una prognosi di 7 giorni». A fronte di questo episodio, ti aspetteresti una valanga di messaggi di solidarietà dal mondo politico, senza distinzione di partito e di genere, proclami contro la violenza sulle donne e la violenza in politica, paginate indignate dei giornali, provvedimenti disciplinari contro il consigliere Pd protagonista del gesto. Invece, se il centrodestra compatto denuncia il fatto e chiede all'attuale sindaco di Sesto «di escludere dalle liste elettorali il consigliere comunale», e se Mariastella Gelmini ribadisce «il primo cittadino prenda le distanze dai fatti. La politica è dialogo e mediazione, non scontro fisico», da sinistra arriva solo indifferenza. Neppure una parvenza di scuse da parte dell'aggressore che, anzi, sul suo profilo Fb, capovolge le accuse e nega la versione della Sardone: «Ieri sul set di Rete 4», dice, «sono stato aggredito da un signore che ha cercato di sottrarmi il telefono. La signora Silvia Sardone ha simulato di essere stata aggredita dal sottoscritto». Dal sindaco Monica Chittò (Pd) invece solo uno scarno comunicato in cui dice «auspico un clima più sereno». Allora immagini cosa sarebbe successo a parti invertite, se un politico di centrodestra avesse ad esempio strattonato o malmenato una donna del Pd. E ti chiedi, come fa la Sardone, «dove siano finite le pasionarie femministe e le consigliere di sinistra, attente a che si dica “assessora” e non “assessore”, “sindaca” e non “sindaco”. E ti domandi anche cosa abbia da dire a riguardo madama Boldrini che ieri ha preferito mettersi le bende sugli occhi e rivolgere l'attenzione ad altro, cioè al caso dei militanti di estrema destra che hanno violato il divieto di commemorare i martiri di Salò al cimitero Musocco di Milano e fatto alcuni saluti romani, ragion per cui - come ha detto il prefetto di Milano - «saranno identificati e segnalati all'autorità giudiziaria». La “presidenta” della Camera ha subito plaudito alle parole della “prefetta” al suon di «lo Stato non si fa deridere dai nostalgici». Avesse mostrato preoccupazione per le braccia femminili offese dalla prepotenza di un bruto e non per le braccia tese di qualche nostalgico (che peraltro col suo gesto, per quanto deprecabile, non ha provocato alcun incidente), forse oggi avremmo un Paese un po' meno violento e meno ipocrita. di Gianluca Veneziani

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