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Referendum, Roberto Maroni: "Pronta la squadra per trattare a Roma"

Eliana Giusto
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"Tre milioni di lombardi sono quasi gli abitanti di tutta la Toscana. Sono il doppio dei liguri. Sono più voti degli abitanti di undici regioni italiane. Io credo che in questi numeri ci sia il peso vero di questa consultazione". Roberto Maroni in una intervista al Corriere della Sera commenta il risultato del Referendum che "Ci dice che il Nord c'è e vuole essere ricompensato. Vuole vedere riconosciuto l'impegno che mette nel trainare l'economia nazionale. Ma, come è scritto nel nostro quesito, il tutto avviene all'interno dell'unità nazionale". Ora il governatore chiederà al governo in particolare tre competenze: "L'istruzione, la ricerca e l'innovazione nell'ottica del sostegno alle imprese e soprattutto il coordinamento del sistema tributario". Ergo: "Ridurre le tasse. Significa poter dire alle imprese che assumono giovani lombardi che possiamo fare qualcosa di più per loro. Il titolo è Coordinamento del sistema tributario ma il significato per me è tutto lì".  E per andare a trattare con Roma, annuncia Maroni, "certamente ci sarà Piero Bassetti. È stato il primo presidente della Regione Lombardia. Rappresenta un mondo che non è quello della Lega, ma è il simbolo di quando è nata la nostra prima autonomia. Ho con lui un rapporto di affetto personale. È il padre nobile della Lombardia, l'uomo che ha fatto partire la locomotiva". E incassato il sì di Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, "ho pensato al presidente di Unioncamere Lombardia, che è anche un grande imprenditore come Gian Domenico Auricchio. Ma ci saranno anche un costituzionalista e un esponente del mondo dell'Università".

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