Maurizio Nichetti si racconta: l'autobiografia involontaria dell'attore e regista milanese
"Ho sempre ritenuto inutili le autobiografie. Spesso servono a togliersi sassolini dalle scarpe, sono auto celebrative e nemmeno tanto verificabili. Un conto fossero scritte da altri. 'Io non lo scriverò mai un libro', mi dicevo", così esordisce in un'intervista per Il Giorno Maurizio Nichetti, attore e famoso regista di film cult come Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette e Volere Volare. E invece è successo davvero: i suoi ricordi, le pagine scritte di getto e i suoi copioni ancora in attesa di un produttore sono state riuniti in un'unica raccolta che è diventata la sua autobiografia. Un'autobiografia involontaria di memorie quindi. "Ho scritto con lo sguardo di chi ha fatto di tutto e si è pure divertito molto, raccontando le mie esperienze. Per avere valore l'autobiografia deve servire a chi la legge, che confronta i suoi ricordi; gli aneddoti sono usciti fuori così, involontariamente", ha spiegato Nichetti. Ha poi fatto riferimento al progetto in corso con i giovani al Centro Sperimentale di Cinematografia e al suo attaccamento alla città di Milano. E alla domanda "Il film a cui si sente più legato?" ha risposto senza esitazione: "Il primo amore non si scorda mai: Ratataplan mi ha cambiato la vita. Ma sono affezionato anche ai film meno fortunati che nonostante problemi di distribuzione sanno ancora divertire, come Stefano quante storie".