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Facebook sconfitto in tribunale dai cugini porno

Dopo i guai in borsa, il social network non riesce a vincere la causa contro Faceporn

Alvise Losi
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    Non sono giorni facili per Mark Zuckerberg. Prima la quotazione in borsa del suo Facebook, che non è andata come si sarebbe aspettato. Poi la sconfitta nella causa giudiziaria intentata contro i cugini sporcaccioni di Faceporn. Il giovane miliardario americano aveva citato in giudizio i fondatori del social network dedicato al porno, nel quale gli utenti possono inserire propri video e foto amatoriali, oltre a guardare, condividere, commentare e votare i contenuti altrui. Zuckerberg contava di far valere il marchio registrato sulla parola "Face" presso il tribunale della California e impedire ai "copioni" l'utilizzo della parola per violazione del trademark. Aveva chiesto la cessione del dominio, ma la sua richiesta è stata bocciata. Jeffrey White, il giudice che si è occupato della causa, ha valutato che la Corte californiana non ha giurisdizione sul caso perché il sito, essendo norvegese, non può aver danneggiato o offeso alcun cittadino californiano.    

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