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Assange sfida Obama dal balcone: "Ferma la caccia a Wikileaks"

Il giornalista dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra: "Grazie al presidente Correa, a Barack dico basta caccia alle streghe"

Giulio Bucchi
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  "C'e ancora oppressione, bisogna restare uniti contro l'oppressione. Obama, ferma la caccia a Wikileaks". Julian Assange ha lanciato questo appello dal balcone dell'ambasciata ecuadoriana a Londra, dove è rifugiato per evitare l'estradizione in Svezia dov'è sotto processo per duplice stupro. Il timore di Assange è quello di essere estradato poi negli Stati Uniti, dove rischia accuse decisamente più pesanti (fino alla pena di morte) per aver pubblicato i cablo segreti della diplomazia e dei vertici militari Usa. Dopo aver ringraziato l'Ecuador per avergli concesso l'asilo e gli altri governi latinoamericani che si riuniranno per valutare il braccio di ferro tra Londra e Quito, il fondatore di Wikileaks ha ricordato le condizioni di detenzione in cui è costretto Bradley Manning, il soldato americano che avrebbe passato ad Assange i file segreti della diplomazia americana, e la sentenza condanna delle Pussy Riots emessa l'altro ieri a Mosca. "Ringrazio il presidente (Rafael) Correa per il coraggio mostrato nell'avermi concesso l'asilo", ha detto tra l'altro Assange riferendosi al capo di Stato ecuadoriano. "Chiedo al presidente Obama", ha continuato, "di fare la cosa giusta: gli Stati Uniti rinuncino alla caccia alle streghe contro Wikileaks". La replica di Stoccolma - Ma Assange e l'Ecuador, sostiene la Svezia, non dicono la verità quando affermano che il fondatore di Wikileaks non accetta di farsi estradare in Svezia solo perché teme l'eventuale rappresaglia americana. La legge svedese, infatti, ha spiegato il ministro Carl Bildt, vieta l'estradizione in un Paese dove è in vigore la pena di morte: "Noi non possiamo in alcun caso estradare qualcuno in un qualunque Paese dove potrebbe correre il rischio di affrontare la pena di morte. Anche un esame superficiale del sistema legale svedese avrebbe fatto capire al ministro degli esteri ecuadoregno che la maggior parte delle cose che stanno dicendo non stanno sono completamente campate in aria".  

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