Cerca
Logo
Cerca
+

Ridotti come i rom:70mila italiani in baracca

default_image

Triplicati i senza tetto, tra questi anche i nostri connazionali. Bagnasco: situazione grave

Nicoletta Orlandi Posti
  • a
  • a
  • a

  Sempre più poveri, al punto che a migliaia diventano  “baraccati” cronici. La fotografia dell'Italia anni Duemila - scattata dal censimento numero15  dell'Istat compiuto alla fine del 2011 -  è  tutta in bianco e nero. Più in nero, per la verità. In dieci anni in Italia c'è stato infatti «un aumento vertiginoso» del numero delle famiglie che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni del genere: nel 2011 sono 71.101, a fronte delle 23.336 del 2001. Insomma, a ottobre scorso, data di riferimento del censimento, le baracche risultavano triplicate. Durante  la cura Monti, questa tendenza  non potrà che essersi rafforzata, visto il peggioramento di tutti gli indici economici delle famiglie. Anche secondo il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei,  l'aumento di italiani che non hanno casa e rischiano di finire nelle baracche «è  un dato grave, un problema sociale», perché casa e lavoro sono alla base «della dignità di una persona» e «senza casa è anche difficile trovare un lavoro».  Ecco qualche altro dato rilevante contenuto nel censimento presentato ieri a Roma. I residenti in Italia sono 59.464.644. Rispetto al 2001 si registra  un incremento di 2.468.900 residenti (+4,3%), dovuto soprattutto alla forte crescita degli stranieri  nel Paese, il cui numero è triplicato rispetto al 2001. Tutto questo a fronte di una staticità demografica della popolazione di cittadinanza italiana (aumentata di sole 34mila unità rispetto al 2001). Mentre 63,4 persone su 1000 sono stranieri. Aumenta anche il numero delle famiglie, da 21.810.676 a 24.512.012; diminuisce però  il numero medio di componenti, che passa da 2,6 a 2,4. Con i suoi 2.612.068 residenti, Roma è  il comune più popoloso. Il più piccolo per popolazione si conferma Pedesina, paesino in provincia di Sondrio, con 30 abitanti. Secondo i dati, l'Italia si conferma anche un Paese di piccoli comuni: ben sette su dieci hanno meno di 5.000 abitanti; il 46% della popolazione vive al Nord.  Data la situazione, forse non sarebbe male informarsi su come sia possibile vivere da baraccati. O meglio, chiedersi come si vivrebbe in una roulotte o, meglio ancora, in un camper. In fondo, potrebbe essere una soluzione pratica e dignitosa, anzi, magari di tendenza. Esiste persino un sito ad hoc sul tema: www.vivereincamper.com. Considerato il numero di contatti, l'interesse per la proposta è in crescita. Nel sito si spiega anche dettagliatamente quanto costa vivere in camper, voce per voce. I dati si riferiscono al 2010, quindi vanno aggiornati in crescita, però la riflessione si impone: su livelli di spesa medio/alta, vivere un mese in camper, a persona, costa dagli 850-1000 euro, a livello medio/basso, la metà, attorno ai 500  euro. Tutto compreso, naturalmente: dalle quote di area sosta, dalla manutenzione, al gasolio, al consumo di elettricità, alla spesa giornaliera, vestiti, fino all'incredibile follia di concedersi pizze e cinema.    Baracche (e camper) e precari, altro che poeti, navigatori e santi. E proprio nella sede dell'Istituto di statistica, nella capitale, mentre veniva presentato il censimento, un gruppo di circa 60-70 ragazzi ha inscenato una protesta: tutti precari e tutti collaboratori dell'Istat, chiedevano il diritto a regolare contratto fisso. E hanno fatto sapere che i precari dell'Istat sono 400 e  hanno contribuito in maniera determinante alla realizzazione del censimento 2011. di Caterina Maniaci  

Dai blog