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La7, Mediaset costretta a rinunciareE spunta il nome di Murdoch

I termini per la presentazione delle offerte scadono il 24 settembre. Intanto Telecom vola in borsa: +13%

Nicoletta Orlandi Posti
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Mediaset esce dalla gara per l'acquisto de La7. Costretta di fatto a uscira dalla corsa per problemi di Antitrust, la società in una nota in cui ricostruisce le ultime vicende afferma di "aver ricevuto il 15 giugno 2012 un formale invito da Mediobanca a manifestare eventuale interesse per ottenere l'information memorandum relativo alla cessione. Interesse che è stato confermato da Mediaset il 22 giugno". Ma che "già a luglio l'esame dei dati in nostro possesso ha ribadito l'orientamento che ha sempre sconsigliato alla nostra società qualsiasi impegno relativo agli asset in vendita del gruppo Telecom. Orientamento che non si è mai modificato e che confermiamo a tutt'oggi".  E mentre il titolo di Telecom Italia Media, che controlla i canali La7 e Mtv, ha chiuso ieri una seduta negativa con un rialzo del 13,5%, spunta il nome di Rupert Murdoch. News Corporation ha infatti presentato una manifestazione d'interesse a Telecom Italia Media e ha avuto accesso all'information memorandum. Sull'eventualità che La7 venga acquistata da Murdoch il direttore del Tg La7 Enrico Mentana dice ai microfoni di 24 Mattino: "Non ci sono controindicazioni. Perché stiamo parlando di gente che sa come si fa la televisione, che ha robuste dotazioni di diritti in library che potrebbe sinergizzare molto bene". Sulla ritirata di Mediaset, invece, commenta: "Se tiro un sospiro di sollievo? No. Mediaset è un player del mercato, non è Hitler. Non sto a fare l'esame del dna agli eventuali compratori. Ho detto sin dall'inizio che il mercato è il mercato. Se una emittente è in vendita si faccia avanti chi vuole e poi se ha i requisiti e la compra non è che bisogna leccarsi le ferite. Tuttavia io ho spiegato che nel caso di Mediaset me ne andrei per un motivo di storia e di coerenza personale".  Nulla in contrario invece, se a comprare fosse il Gruppo L'Espresso, insomma il partito di Repubblica. Conclude Mentata: "Non ci sono controindicazioni, a differenza del gruppo di Berlusconi. Non ho mai lavorato con l'editore de L'Espresso e La Repubblica, non mi hanno mai cacciato, De Benedetti non si è mai presentato in politica, non ha un partito e soprattutto De Benedetti non è candidato premier. Preferisco in generale avere un editore che non riverbera, neanche involontariamente, le sue tendenze politiche sul prodotto".  

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