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Giustizia, emendamento della Severino:"Responsabilità civile indiretta"

Responsabilità civile delle toghe: l'emendamento del Guardasigilli

Il Guardasigilli presenta la modifica alla legge comunitaria: lo Stato potrà rivalersi sul magistrato solo fino al 50%

Andrea Tempestini
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  Responsabilità civile dei magistrati sì, ma dimezzata. E' stato depositato in commissione Politiche Ue del Senato l'emendamento del Governo sull'articolo 25 del Ddl Comunitaria 2011 sull'argomento, e la proposta di modifica sarà ora all'esame del Senato. Il Guardasigilli Paola Severino ha presentato un emendamento che prevede la responsabilità civile dei magistrati, ma prima ci si dovrà rivalere sullo Stato (in mattinata aveva anticipato: "Se il termine per gli emendamenti dovesse restare fissato per oggi alle 17 e se i partiti restassero distanti fra loro, sarebbe logico pensare ad un emendamento del governo compositivo"). L'emendamento presentato dal ministro della Giustizia, in sostanza, prevede che lo Stato poi potrà rivalersi della metà sul magistrato, mentre ora può farlo per un terzo. Se una toga sbaglia, metà della multa, di fatto, continueranno a pagarla i contribuenti. Il parere del Csm - Michele Vietti, il vicepresidente del Csm, da par suo aveva già detto di approvare l'intenzione del governo di emendare la legge sulla responsabilità civile dei giudizi. Da Potenza, Vietti ha commentato: "Mi pare una giusta assunzione di responsabilità da parte del governo e del ministro Severino. È una materia molto delicata che non può essere semplicemente affidata alle logiche della maggioranza o della minoranza, ma attiene al funzionamento del sistema giurisdizionale, e quindi alle regole della collettività". Cicchitto insoddisfatto - Il Pdl, per bocca di Maurizio Cicchitto, non ha nascosto la propria insoddisfazione sulla norma: "E' evidente che di fronte ad una carente capacità di mediazione del governo manterremo ferme le nostre posizioni di merito, che nessuno può attaccare". Il capogruppo degli azzurri alla Camera ha aggiunto: "Queste sono ispirate all'esigenza di combinare la lotta alla corruzione con un sistema equilibrato e ponderato di pene e con il garantismo al quale non rinunciamo certo di fronte a certa demoagogia giustizialista che non ha nulla a che fare con la lotta al crimine".  

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