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Dopo le insinuazioni, l'infarto:Colle, è morto Loris D'Ambrosio

Napolitano: "Contro di lui una campagna irresponsabile". Il consigliere del Quirinale era stato coinvolto nella presunta trattativa tra Stato e mafia

Andrea Tempestini
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  E' morto Loris D'Ambrosio, consigliere giuridico del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: è stato stroncato da un infarto intorno alle 15.30 di oggi, giovedì 26 luglio. D'Ambrosio, da tempo, soffriva di problemi cardiaci, e nelle ultime settimane il suo nome era stato tirato in ballo diverse volte in relazione alla presunta trattativa tra Stato e mafia. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dal presidente della Repubblica: "Annuncio con animo sconvolto e con profondo dolore la repentina scomparsa del dott. Loris D'Ambrosio, prezioso collaboratore mio come già del mio predecessore". E ancora: "Per lunghi anni ha prestato alla Presidenza della Repubblica l'apporto impareggiabile della sua alta cultura giuridica, delle sue molteplici esperienze e competenze di magistrato giunto ai livelli più alti della carriera".  "Servitore dello Stato" - "Egli - ha proseguito Napolitano - è stato infaticabile e lealissimo servitore dello Stato democratico, impegnato in prima linea anche al fianco di Giovanni Falcone nel costruire più solide basi di dottrina e normative per la lotta contro la mafia, così come è stato coraggioso combattente della causa della legalità repubblicana contro il terrorismo. In tutte le collaborazioni che da magistrato ha esplicato al servizio delle istituzioni di governo e infine presso la più alta magistratura dello Stato, ha guadagnato generali riconoscimenti e attestati di stima non solo professionale ma innanzitutto morale". "Campagna irresponsabile" - Il nome di D'Ambrosio, nelle scorse settimane, era venuto alla ribalta nell'ambito della Procura di Palermo sulla trattativa Stato-mafia. Alcune intercettazioni, infatti, riguardavano colloqui con uno degli indagati, l'ex ministro Nicola Mancino. E a tal proposito, è dura la replica di Napolitano: "Insieme con l'angoscia per la perdita gravissima che la Presidenza della Repubblica e la magistratura italiana subiscono, atroce è il mio rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto, senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di magistrato intemerato, che ha fatto onore all'amministrazione della giustizia del nostro Paese". Quindi il cordoglio: "Mi stringo con infinta pena e grandissimo affetto alla consorte, ai figli, a tutti i famigliari e al mondo della magistratura e del diritto", ha concluso Napolitano. La replica di Di Pietro - Napolitano parla di "atroci insinuazioni" e della "campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni". Ed evidentemente il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, tra i più attivi nel chiedere chiarezza sulla presunta trattativa Stato-mafia, si è sentito chiamato in causa. Pronta la replica, in cui spiega che è sbagliato puntare il dito contro qualcuno: "Esprimiamo cordoglio e rispetto per la morte improvvisa del dottor Loris D'Ambrosio, ma respingiamo con fermezza al mittente ogni strumentalizzazione che ne viene fatta, quasi a voler far credere che la colpa sia di chi ha criticato il suo operato e non di chi ha tentato di sfruttare il suo ruolo".

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