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Province, tagli, aiuti, spreadle promesse non mantenute del Prof

Nove mesi di bugie: ecco come i tecnici hanno mentito agli italiani

Nicoletta Orlandi Posti
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  Le bugie hanno le gambe corte. Anche quelle dei professori. E ora dopo nove mesi di governo Monti la verità si manifesta in tutta la sua drammaticità: la situazione è altra cosa rispetto a quella che i tecnici hanno promesso agli italiani. Nessun taglio, nessuno piano anti povertà, nessun aiuto ai giovani; gli sprechi si continuano a fare, le tasse continuano ad aumentare e l'Europa non sembra così disponibile ad aiutarci. Nove mesi di chiacchiere, nove mesi di annunci, nove mesi di rimpalli: il risultato è quello di un Paese con il Pil in picchiata, un debito pubblico da record e una morsa fiscale che toglie il respiro.  L'ultima bufala, del 15 luglio scorso, riguarda la dismissione del patrimonio pubblico. Secondo il ministro Grilli si potrebbe così mettere in cassa qualcosa come 20-30 miliardi: una goccia nel mare del debito di 2mila miliardi di euro. Eppure ai tecnici sembrava un'idea geniale. Tanto quanto quella fatta da Monti in persona il 24 maggio scorso al Forum nazionale dei Giovani. Il professore promise 8 miliardi di euro contro la disoccupazione giovanile: peccato che quei soldi nessuno dei 128mila ragazzi (50mila solo in Sicilia) con i requisiti per beneficiare del provvedimento li ha visti. Anche i poveri hanno pensato di poter essere aiutati dal governo. C'era addirittura un piano presentato in pompa magna l'11 maggio da Monti, Barca, Riccardi e Fornero: un miliardo di euro, prelevati dai foni Ue per il Mezzogiorno, per affrontare l'emergenza sociale di anziani e bambini soprattutto al Sud. Ma ad oggi la qualità della vita degli indigenti non è affatto migliorata. Anzi. E che dire dell'annuncio sulla chiusura dei cantieri della Salerno Reggio Calabria? Il 12 giugno scorso il ministro Passera aveva assicurato che sarebbe stata ultimata prima dell'esodo ferragostano: e invece i lavori sono ancora in corso.  Poi c'è il capitolo sprechi e tagli. Il 4 dicembre 2011 nella prima manovra del Governo Monti c'è una norma che prevede la cancellazione di diverse Provincie per abbattere i costi della faraginosa macchina amministrativa. Niente di fatto: i tecnici ci riprovano con il decreto sulla spending review di luglio lasciando la questione nelle mani degli stessi enti locali: il che equivale a dire che questa sforbiciata non si farà mai. più o meno la stessa situazione per l'abolizione del finanziamento a partiti e sindacati. Dopo mesi di promesse e discussioni sull'onda emotiva degli scandali della Margherita e della Lega, Giuliano Amato incaricato da Monti di fare un piano sui tagli si limita ad affidare, cosa peraltro già prevista, la revisione dei bilanci alla Corte dei Conti, contributi statali proporzionati alle donazioni private e riduzioni dei distacchi sindacali: più o meno le stesse cose che il Parlamento ha già approvato. Ma la beffa più pesante che hanno subìto gli italiani è quella delle mail contro gli sprechi: le 140mila segnalazioni (una ogni due secondi nei primi giorni) arrivate alla casella elettronica di Palazzo Chigi sono rimaste lettera morta. Il motivo? Perchè il governo non ha tenuto conto della privacy.  Infine parliamo dello scudo anti-spread. Monti ci ha messo un'intera notte a convincere la cancelliera tedesca  a firmare un accordo per avrebbe dovuto proteggere l'Italia dagli attacchi della speculazione. Una notte a cui è seguita una settimana di festeggiamenti, ma alle parole non sono seguiti, ancora una volta, i fatti.    

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