Cerca
Logo
Cerca
+

Pietro Senaldi: "Per Giuseppe Conte siamo un modello? Record di morti per coronavirus"

Pietro Senaldi
  • a
  • a
  • a

Il presidente Conte sostiene che nella lotta al coronavirus l' Italia è un modello per il mondo. In un certo senso ha ragione. Siamo da tempo i primi per morti rispetto alla popolazione e presto lo saremo anche per numero assoluto di decessi. Siamo un esempio quindi, ma negativo, e dunque c' è poco da gonfiarsi il petto. Anche ieri il governo ha assicurato che l' Italia ne uscirà.

Di questo, nessuno dubita; le incertezze sono sul quando e in che stato. Non abbiamo neppure dubbi che, come afferma il presidente del Consiglio, «ripartiremo a testa alta». Purché, dopo che noi siamo diligentemente stati a casa, vadano finalmente a casa lui e il suo governo. L' esecutivo spesso attinge alla retorica per dire che quella contro l' influenza cinese è una guerra. E guerra sia, ma il premier e i suoi ricordino che, dopo il conflitto bellico, ci furono libere elezioni, non una proroga del governo Badoglio.

Ma torniamo ai numeri.
La Cina è alle prese con il coronavirus più o meno da metà novembre e in questi quattro mesi ha contato 3.200/300 morti. In Italia il primo decesso si è verificato a Vo' Euganeo il 21 febbraio e in neanche quattro settimane siamo già a quota 2.503 estinti su 31mila contagiati. Procedendo al ritmo di duecento morti al giorno, previsione ottimistica stando ai dati dati recenti (solo ieri si sono registrati 345 trapassi), entro il weekend raggiungeremo Pechino, e non è escluso che alla fine arriveremo a doppiarlo. È statistica, non terrorismo. D' altronde abbiamo un tasso di mortalità doppio rispetto a quello cinese.

PRESUNZIONE - Malgrado tutto questo, il premier insiste a dire che siamo più bravi degli altri e la gente beota esce in balcone per cantarlo ai quattro venti. Incredibile, visto che il morbo è sbarcato in Europa attraverso la Germania ma uccide da noi. La nostra inadeguatezza è seconda solo alla presunzione. Senz' altro in Europa il virus esploderà, e probabilmente anche negli Usa, ma l' unica lezione che possiamo dare al mondo sono i nostri svariati errori che è augurabile che gli altri Stati, facendo tesoro della nostra disastrosa esperienza, non ripetano.

Non gli sarà difficile, a patto che anziché prendere come modello l' Italia, imitino Singapore e Hong Kong, Paesi che hanno una densità di popolazione rispettivamente di 8.000 e 6.500 abitanti per chilometro quadrato, contro i nostri 200, dove isolarsi è fisicamente impossibile e che pure hanno limitato il contagio a numeri ridicoli.
A Singapore non si sono registrati decessi, ad Hong Kong soltanto quattro.

Siccome siamo in emergenza, disturbare il manovratore viene fatto passare per sabotaggio. È vero che molte libertà sono sospese, e con esse inevitabilmente un pezzo di democrazia, però siccome ci atteniamo scrupolosamente alle regole da Stato di polizia che ci sono state imposte per il nostro bene, almeno la critica dev' essere consentita. Altrimenti non si vedrebbe la differenza tra l' Italia del plenipotenziario Conte e la Cina del dittatore Xi Jinping, se non per il fatto che il secondo è più bravo del primo ad affrontare il morbo e salvare la pelle ai suoi sudditi.

EMERGENZE  - L' emergenza non può essere una scusa per non rendere conto a nessuno perché, vista la situazione malandata del nostro Paese, in emergenza ci saremo sempre. Dopo il Covid ci saranno l' economia e il lavoro, poi il caldo e le alluvioni, infine qualche immancabile terremoto e l' inevitabile spread, che già ci consegnò Monti, nominato dalla Merkel, dopo la destituzione di Berlusconi, eletto dagli italiani.

Per non farci mancare nulla, il picco del coronavirus dev' essere ancora essere raggiunto - c' è chi dice domenica, chi tra due settimane, chi a metà aprile; forse su internet è possibile scommettere - ma già ci fasciamo la testa dicendo che comunque ci sarà una seconda ondata e che, quando il peggio sarà passato, non sarà ancora il caso di mettere il naso fuori.
Hanno vinto Bonafede e Davigo: siamo tutti agli arresti domiciliari ad interim, compresi gli innocenti, che sarebbero poi quelli negativi al Covid, se solo il governo facesse fare loro i tamponi.

Dai blog