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Vittorio Feltri, Conte e la Fase 2: "Da impazzire di rabbia". Italiani senza lavoro e il governo gli paga le vacanze

Vittorio Feltri
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Non è vero che dal caos nasce un nuovo ordine. Il caso Italia è paradigmatico. Abbiamo un governo che ci strangola emettendo regole ogni giorno contraddittorie e in alcuni casi ridicole le quali invece di fare chiarezza creano disorientamento nei cittadini. In questo momento il problema principale è il lavoro. L'occupazione è calata per effetto del blocco di ogni attività e molta gente è rimasta disoccupata e non sa come mettere insieme il pranzo con la cena. I bonus, i finanziamenti straordinari, la cassa integrazione finora sono rimasti lettera morta. Pochi fortunati hanno ricevuto qualche euro, ma la maggioranza è rimasta a secco. Aspetta e spera in un miracolo. D'altronde è arcinoto che lo Stato detiene soltanto un mare di debiti e neppure un rigagnolo di contanti e non può distribuire niente o quasi niente poiché è in bolletta marcia. Confida in contributi a fondo perduto dall'Europa che non arriveranno mai in quanto essa non è attrezzata per distribuire regali, al massimo è in grado di fare modesti prestiti che, per definizione, vanno restituiti.

 

 

 

 

Nonostante ciò Conte non cessa un istante di promettere soldi a tonnellate alla popolazione, quattrini che non ha e non avrà mai finché le spese folli della pubblica amministrazione saranno superiori di gran lunga rispetto alle entrate fiscali. La cosa più stravagante è che il premier di fronte all'accresciuta disoccupazione causata dal Coronavirus, invece di darsi una mossa per tamponarla, si preoccupa di agevolare le vacanze di coloro che hanno perso l'impiego, pagando le spese d'albergo a chi non se le può permettere. Inoltre il presidente del Consiglio non ha riconosciuto a medici e infermieri un ragionevole aumento di stipendio per gli sforzi sovrumani che hanno profuso al fine di curare la massa di ammalati, non ha neanche considerato le vittime che le citate categorie hanno riportato nell'esercizio della loro professione, limitandosi a sganciare ai camici bianchi un compenso aggiuntivo di un euro al giorno, il che sembra, è, una colossale presa in giro. Mentre tutto va a rotoli, Palazzo Chigi sforna ogni due per tre una montagna di carta, centinaia e centinaia di pagine in cui sono vergate norme incomprensibili, date in pasto al popolo incapace di afferrarne il senso. Cosicché la nostra società ferita ormai è allo sbando e non ha la più pallida idea di come debba comportarsi. Le mascherine sono introvabili, i guanti pure, nessuno ha capito cosa si può e cosa non si può fare. Piovono multe per chi frequenta allegramente i bar, l'aperitivo è diventato un lusso riservato a pochi, ritrovarsi in piazza è vietato. La prevenzione è utile per contenere l'infezione, ovvio, però vivere così in semilibertà non favorisce di sicuro la ripresa. Ultima osservazione. Gli scienziati di Pomezia hanno predisposto un vaccino risolutivo e hanno venduto la loro preziosa opera agli inglesi, visto che l'Italia non ha finanziato la ricerca. Risultato: i britannici avranno per primi la possibilità di immunizzarsi, noi viceversa dovremo attendere che Londra ci conceda il farmaco. Se la realtà è questa c'è da impazzire di rabbia.

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